Bruxelles – L’Etichettatura obbligatoria per tutti i prodotti alimentari che contengono carne, latte, e formaggi, è questo il testo del Parlamento europeo votato oggi, giovedì 12 maggio, approvato con 442 voti favorevoli. La richiesta, secondo i deputati, garantisce maggiore trasparenza alla catena di approvvigionamenti e dunque più fiducia nei confronti dei consumatori.
Nella risoluzione non vincolante, il Parlamento chiede l’applicazione di un certificato di provenienza sui prodotti alimentari, in modo che i clienti possano conoscere il Paese d’origine degli alimenti a base di carne, e derivati lattiero-caseari. Dai deputati poi arrivano richieste, nei confronti di Commissione europea e altri Stati membri, di estendere questo controllo anche ad altri cibi mono-ingrediente o con un ingrediente prevalente come i prodotti ittici.
“Sono molto soddisfatto del voto di oggi” ha dichiarato Giovanni La Via, presidente della commissione Envi (ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare) al Parlamento europeo, “perché abbiamo dato un segnale forte, a difesa dei consumatori europei, in modo da dare loro informazioni complete e chiare circa l’origine di molti prodotti alimentari”. Il parlamentare poi aggiunge che l’etichettatura in questione permetterà una tracciabilità che salvaguardia e valorizza sia i prodotti made in Italy che quelli tipici europei.
Anche dalla Coldiretti arrivano reazioni positive riguardanti la risoluzione del Parlamento Ue, la quale sostiene che 2 prosciutti su 3 spacciati come italiani provengono in realtà da maiali allevati all’estero, così come 3 su 4 cartoni di latte a lunga conservazione provenienti dall’estero sono privi di etichetta. “In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza per rispondere alle domande che vengono dai consumatori europei ed internazionali” ha affermato il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo.
Il rinnovo di questa certificazione di provenienza è anche un passaggio fondamentale per garantire più trasparenza ai consumatori, che sono sempre più spesso vittime di vere e proprie frodi alimentari, con tutti i rischi e le insidie per la salute che queste nascondono. Il caso più eclatante riguarda i prodotti ittici, che il Parlamento intende inserire in un solido sistema di tracciabilità, a partire dallo sbarco fino consumo. I deputati invitano dunque la Commissione europea a puntare più sull’utilizzo dei codici a barre contenenti il Dna del pesce, in modo da identificarne la tipologia.
Secondo vari studi si nota come vi sia un alto tasso di etichettature scorrette tra i prodotti ittici venduti nel mercato europeo, e che addirittura 2 pesci su 3 in Italia provenienti dall’estero sono vendi come made in Italy. Sempre dalla Coldiretti arriva una tabella per informare i consumatori che sempre più spesso cadono nell’inganno, scambiando ad esempio il filetto di brosme con il baccalà, oppure comprando un pangasio del Mekong spacciato come cernia, o ancora comprando un halibut commercializzato come sogliola.