Bruxelles – E’ muro contro muro tra governo turco e Parlamento europeo sul processo che dovrebbe portare alla liberalizzazione dei visti tra Ankara e l’Unione europea. Se per Strasburgo il problema è che il Paese continua a non soddisfare tutte le 72 condizioni necessarie al regime di esenzione, l’interpretazione turca è molto diversa: “Non è una problema matematico, bensì politico”, lamenta il ministro turco per gli Affari europei, Volkan Bozkir, a Strasburgo per incontrare il presidente del Parlamento europeo. “La nostra interpretazione – dice – è che abbiamo soddisfatto abbastanza le aspettative”. E la resistenza del Parlamento europeo, che ha deciso di non portare in Aula il tema, complica non poco le cose: “Tutti gli accordi che abbiamo raggiunto fino ad ora basati su fiducia, buona volontà, responsabilità e volontà di fronteggiare rischi politici affrontano un momento molto pericoloso”, avverte Bozkir.
A creare difficoltà è in particolare la resistenza turca a modificare la propria legge antiterrorismo nonostante le pressioni di Bruxelles: “Cambiamenti alla legge antiterrorismo sono completamente impossibili”, chiarisce il ministro turco, secondo cui “la legge è in linea con gli standard europei”. Bruxelles chiede alla Turchia una definizione più stringente di terrorismo e di rivedere le norme nazionali allineandole a quelle europee. Ma Ankara non sembra pronta a scendere a compromessi: “Cambiamenti della nostra legge antiterrorismo sono completamente impossibili”, sottolinea da Strasburgo Bozkir parlando di “oltre 450 ufficiali uccisi dai terroristi del Pkk e più di cinque o sei attacchi suicidi”. Il ministro turco apre comunque alla possibilità di consultare il Consiglio d’Eurpa per lavorare insieme, congiuntamente anche alle istituzioni europee, per tentare di trovare una soluzione al problema.
Nonostante la fermezza nell’opporsi ai cambiamenti della propria legge antiterrorismo, il ministro ha usato toni concilianti evitando di agitare lo spettro di un’interruzione della collaborazione turca sul fronte migranti, come invece fatto più volte dal presidente Recep Tayyp Erdogan. “Siamo arrivati a un punto in cui abbiamo discusso tutto il pacchetto, stiamo cercando di salvarlo”, ha spiegato Bozkir. Una precisazione importante, per Martin Schulz secondo cui Ue e Ankara “devono continuare ad attenersi all’accordo nonostante le differenze su altri livelli”.
Il presidente del Parlamento europeo non ha nascosto le difficoltà: “La situazione è molto difficile”, ha ammesso, ribadendo di avere bloccato il processo per la liberalizzazione dei visti perché “le precondizioni per iniziare il percorso qui in Parlamento non sono ancora soddisfatte e il processo non è ancora pronto a partire”. Il suggerimento di Schulz ad Ankara è quello di concordare con la Commissione una tabella di marcia precisa con la tempistica prevista l’approvazione delle misure necessarie: “Se l’avremo – ha spiegato Schulz – potrò comunicare qui alla commissione competente che le condizioni non sono soddisfatte ma che c’è una tabella concreta su quando tutto sarà concluso e questo ci permetterebbe di cominciare il processo”.