Bruxelles – La legge tedesca sulle energie rinnovabili del 2012 comportava aiuti di Stato ed è in parte incompatibile con le norme Ue. A stabilirlo è il Tribunale dell’Unione europea, che ha respinto il ricorso proposto dalla Germania volto ad annullare la decisione della Commissione Ue con la quale quest’ultima aveva rilevato degli aiuti pubblici nella normativa tedesca (Eeg), nonostante li avesse poi in definitiva ampiamente approvati.
L’Eeg del 2012 prevedeva un supporto per le imprese produttrici di elettricità a partire da fonti rinnovabili e da gas da estrazioni minerarie. Tale legge, infatti, garantiva a detti produttori un prezzo superiore a quello di mercato. Per finanziare tale misura di sostegno, la stessa normativa prevedeva una “sovrattassa Eeg” a carico dei fornitori dei clienti finali, che, in concreto, gravava proprio su questi ultimi.
Nella sua decisione del 25 novembre 2014, la Commissione ha rilevato che, sebbene il sostegno previsto dall’Eeg a favore delle imprese costituisse un aiuto di Stato, quest’ultimo era tuttavia compatibile con il diritto dell’Unione. Inoltre, essa ha qualificato come aiuto di Stato anche la riduzione della sovrattassa Eeg per le imprese a forte consumo di energia elettrica. Ritenendo che la maggior parte di tali riduzioni fosse compatibile con il diritto dell’Unione, la Commissione ne ha imposto un recupero solo parziale. Il ricorso della Germania era volto ad annullare questa decisione dell’esecutivo comunitario, ma il Tribunale Ue lo ha respinto in toto.
Berlino ha ora due mesi per impugnare la sentenza davanti alla Corte del Lussemburgo.