Bruxelles – Dall’1 gennaio 2017 in Francia niente più pacchetti di sigarette con stampati sopra i marchi delle case produttrici in bell’evidenza, ma una confezione uguale per tutti, più neutra, di un solo colore. UN provvedimento legislativo del marzo scorso ha stabilito che da qui al prossimo gennaio ci saranno delle fasi intermedie: la prima partirà il 20 maggio, con l’avvio della produzione dei pacchetti spersonalizzati dove potranno comparire solo una frase e un immagine che scoraggino i fumatori francesi.
Il provvedimento però, sta incontrando la resistenza della Seita, società produttrice delle sigarette Gauloises e Gitanes in Francia e sussidiaria dell’inglese Britain’s Imperial Tobacco. “I diritti di usare i nostri loghi, alcuni dei quali furono creati più di 100 anni fa in Francia, dovrebbero essere rispettati”, ha dichiarato il direttore degli affari societari globali della Seita, Axel Gietz. E la società è pronta a ribadire il concetto anche in tribunale, dato che ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, la più alta corte amministrativa francese, per discutere la questione. L’azione legale, comunque, non impedirà che dal primo gennaio il nuovo regolamento entri in vigore.
Tutto si gioca sulla proprietà intellettuale. La Seita sostiene che con il nuovo decreto, quattro dei suoi cinque elementi distintivi verranno cancellati dalle confezioni. Questo farebbe perdere agli imprenditori parte della loro proprietà intellettuale tutelata dalla costituzione francese. Dire addio al marchio significherebbe dunque dire addio anche alla storia e alla creatività dell’azienda.
La Seita, nelle sua battaglia, non è sola. Anche la Japan Tobacco International, che include tra i suoi marchi anche quello delle famosissime sigarette Camel, ha fatto ricorso subito dopo la pubblicazione del decreto, lo scorso marzo. I precedenti nel Mondo però non aiutano questi produttori. In Australia, dove i pacchetti generici sono presenti dal 2012, le compagnie di tabacco però hanno già abbandonato la lotta. Nessuna è riuscita a far valere l’argomento della proprietà intellettuale, e così il Paese è diventato il primo al mondo a introdurre i pacchetti anonimi.
Sull’argomento, la scorsa settimana, si è pronunciata anche la Corte europea di giustizia che ha respinto il ricorso della Philip Morris. L’azienda aveva protestato contro la direttiva Ue che vuole uniformare i pacchetti di sigarette per quanto riguarda gli avvisi sui possibili danni in tutti i Paesi dell’Unione, ma la sua contestazione non è stata ascoltata. La Corte ha inoltre confermato la direttiva europea sul divieto di produrre sigarette aromatizzate che saranno così vietate negli Stati membri a partire dal 20 maggio 2020.