Roma – È durata meno del previsto la visita romana dell’Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza. Federica Mogherini ha interrotto in anticipo il suo programma della Festa dell’Europa nella Capitale italiana per volare a Parigi, dove prenderà parte a un incontro sui negoziati per il processo di transizione politica in Siria. Un meeting al quale parteciperanno, ha riferito la vicepresidente della Commissione, “il segretario di Stato Usa, John Kerry, alcuni ministri europei e della regione, e soprattutto l’opposizione siriana”. L’obiettivo è “dare una mano a Staffan de Mistura (inviato speciale Onu per la Siria, ndr) a far ripartire i negoziati per una transizione politica a Damasco”.
Mogherini ha sottolineato come sia essenziale “preservare il cessate il fuoco che in questi mesi ha salvato tante vite e ha consentito, anche all’Unione europea, di portare aiuti umanitari in molte città”. Per l’esponente italiana dell’esecutivo comunitario, la tregua è “fragile ma molto importante per milioni di persone”, dunque “va protetta, preservata e rafforzata”. Inoltre, ha proseguito, bisogna “far partire il processo di transizione politica” per la sostituzione del presidente Bashar al Assad. Sarà questo elemento “quello che veramente riuscirà a mettere fine alla guerra”, ha indicato l’Alto rappresentante Ue. Sarà un “processo difficile – ha aggiunto – ma stiamo cercando tutti insieme di tenerlo in vita”.
Prima di partire alla volta della Capitale francese, Mogherini ha avuto modo di partecipare a due eventi organizzati per la Festa dell’Europa. Il primo, simbolico, l’ha vista consegnare agli studenti capitolini delle nuove bandiere, quella italiana e quella dell’Ue, per gli istituti scolastici romani, che potranno così rinnovare i vessilli da esporre fuori dai loro edifici. Il secondo evento si è tenuto all’Auditorium Parco della musica, dove giovani studenti e cittadini hanno potuto partecipare a uno dei ‘Dialoghi sull’Europa’ periodicamente organizzati dalla Commissione come momento di confronto con il pubblico.
L’immigrazione è uno dei temi su cui Mogherini è stata sollecitata dalle domande, insieme con il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. L’Alto rappresentante ha messo in risalto come la cosiddetta ‘generazione Erasmus’, di cui anche lei fa parte, abbia “vissuto l’Europa come fatto naturale. Ci è sembrato naturale costruire una moneta unica, viaggiare liberamente, conoscerci tra europei”. Oggi però, ha ammonito, “siamo di fronte al rischio che quella nostra naturalità di essere europei venga messa in discussione”. Quelle “conquiste” dell’Unione europea “sono a rischio”, secondo il capo della diplomazia Ue, a causa di “chi fa passare l’idea che le decisioni europee siano un qualcosa di altro” rispetto al singolo Stato membro.
Sui nodi concreti da sciogliere, Mogherini ha sottoscritto la ricetta indicata da Napolitano, secondo il quale, oltre a un sistema di accoglienza dei rifugiati, “bisogna creare un canale legale per l’immigrazione” di tipo economico. L’ex presidente è convinto si debbano “stabilire delle quote” di ingresso, “valutando quali siano le necessità di ogni Paese e le possibilità per i lavoratori stranieri”.
La vicepresidente dell’esecutivo europeo, ha abbracciato l’idea dell’ex capo dello Stato e ha rivendicato l’operato della Commissione per una politica comune sull’immigrazione. Ha ribadito la “necessità di condividere le responsabilità” e, a tal proposito, ha precisato come, riguardo all’accoglienza dei richiedenti asilo, “non ci sia altro modo di un sistema di quote” per la redistribuzione dei rifugiati tra i Paesi membri.
Riguardo alla cooperazione con l’Africa – capitolo affrontato anche dal ‘migration compact’ proposto dall’Italia, che suggerisce accordi con i Paesi di provenienza e transito dei migranti aimili a quello siglato con la Turchia – Mogherini ricorda che l’Ue spende “20 miliardi di euro all’anno per la cooperazione internazionale” con i Paesi africani. Un contributo che “va rimodulato” secondo l’Altro rappresentante, proprio per rispondere anche all’esigenza di ridurre il flusso di migranti in partenza verso l’Europa.
La scorsa settimana, la cancelliera tedesca Angela Merkel, in visita a Roma, aveva suggerito di puntare sul budget comunitario per trovare le risorse necessarie a stipulare accordi di riammissione. L’invito era stato raccolto dal presidente della Commissione, Jean Claude Juncker, il quale, dopo la consegna del premio Carlo Magno a Papa Francesco, aveva segnalato come sia “difficile” trovare nelle maglie del bilancio Ue i fondi necessari, ma allo stesso tempo aveva garantito che verranno studiate tutte le possibilità.
L’indicazione odierna di Mogherini sulla necessità di rimodulare gli aiuti allo sviluppo, dunque, sembra la conferma che la Commissione stia studiando come reperire i fondi necessari alla politica comune per l’immigrazione senza procedere alla creazione degli eurobond promossi dall’Italia e osteggiati con forza da Berlino.