dal nostro inviato
LONDRA – Se dovessimo scrivere un libro sul riscatto sociale un protagonista ideale potrebbe essere Sadiq Khan, il nuovo sindaco di Londra eletto con il Labour. La sua è una storia che sembra volerci dire che in una società meritocratica, con il giusto impegno, si può arrivare ovunque.
Figlio di immigrati pakistani arrivati nella capitale nel 1969, Khan è cresciuto nella periferia sud di Londra, dove suo padre trovò lavoro come autista di autobus. Questo fatto deve averlo toccato profondamente visto che non perde occasione per ricordarlo. Una famiglia larga la sua, composta da 8 fratelli, Sadiq è il quinto, che vivevano in una casa di appena tre stanze.
La sua propensione alla difesa dei lavoratori e dei membri dimenticati della società viene sempre associata al padre, figura emblematica nel suo sviluppo personale. “Mio padre ha ottenuto orari migliori e salari più alti grazie alle unions”, i sindacati, ha dichiarato in un’intervista rilasciata alla BBC.
Questa sensibilità si ritrova nel suo lavoro e nella sua visione della politica. Avvocato per i diritti umani, ha portato avanti cause contro gli abusi della polizia, si è occupato di diritti del lavoro e di lotta alla discriminazione.
Di fede mussulmana, non ha mai rinnegato l’importanza che questa religione ha avuto nel suo sviluppo. “Mio padre mi ricordava sempre le parole del profeta Maometto, che diceva che se si vede qualcuno in difficoltà si ha il dovere di aiutarlo.”
Khan si definisce europeista, femminista, antirazzista ed è favorevole alle nozze gay. Un progressista di altri tempi che spesso è stato accusato di voler rubare la poltrona di Jeremy Corbyn, il leader laburista, al centro delle critiche per la gestione del partito e per la dura sconfitta rimediata in Scozia.
Quando fu eletto alla Camera dei comuni nel 2005 Khan decise immediatamente di lasciare la sua compagnia di avvocati. “Se sei nel governo, sei nell’organo proposto a emanare leggi che possono migliorare le cose per milioni di cittadini”, disse. Venne scelto da Ed Miliband come campaign manager per la sua corsa alla leadership del partito laburista, portandolo a sconfiggere il fratello, David, anche se di pochissimi voti. Nel 2010 venne eletto nel governo ombra di Ed Miliband come segretario per la giustizia.
A settembre 2015 si è candidato alle primarie per il sindaco di Londra, vincendole. Ha poi incentrato la sua campagna elettorale sul diritto alla casa, su trasporti, sanità e business. Rispetto al referendum sulla Brexit ha sempre affermato la sua contrarietà all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
La cosa a cui ha dato maggior peso durante la campagna elettorale è stato promettere che si batterà per dare le case ai londinesi prima che alle multinazionali. Nonostante Khan non sia un nemico delle grandi imprese, avendo diverse volte dichiarato che queste sono parte integrante del sistema Londra, il suo impegno punta ad aiutare una fetta diversa di società. Il suo programma include l’impegno a costruire nuove abitazioni popolari, a tenere gli affitti bassi e a voler istituire una sorta di agenzia immobiliare del Comune, ad uso gratuito, che impedisca la speculazione. Quella che Khan vorrebbe attuare è una sinergia tra le diverse parti sociali tesa a migliorare le condizioni abitative.
Per i trasporti il programma è quello di un blocco delle tariffe per i prossimi 4 anni. Una vera e propria svolta visto che negli ultimi due mandati a guida conservatrice, le tariffe sono aumentate del 42%.
Sotto il profilo economico Khan, pur riconoscendo alle grandi multinazionali di aver aiutato Londra a diventare ciò che è adesso, vuole puntare ad aumentare le possibilità per le piccole imprese e ha promesso ad esempio di bloccare la comparsa di altri centri commerciali, che stanno invadendo la capitale.
“Londra è una grandissima città e dobbiamo essere orgogliosi di essere londinesi, sarò il sindaco di tutti”, ha promesso. Essere londinese per Khan non significa solo vivere lì da molti anni, ma piuttosto sentirsi parte di un universo, perché “si è londinesi già dieci minuti dopo essere arrivati in città”.
Il suo sembra un esempio di cittadino modello che ha fatto della sua fede e della sua situazione di partenza un punto di forza. Sicuramente si differenzia molto da quello che è stato il suo principale sfidante, Zac Goldsmith. Khan è l’uomo della scuola pubblica, dell’università pubblica, della sanità pubblica. E ora sembra quasi colui che, dopo aver tratto tanti benefici dalle istituzioni statali, voglia migliorarle per permettere ancora a più persone di poterne usufruire.