Roma – Papa Francesco ha ricevuto oggi il premio internazionale Carlo Magno, “in tributo al suo straordinario impegno a favore della pace, della comprensione e della misericordia in una società europea di valori”, si legge nell’attestato di assegnazione, e in onore a questo suo impegno ha bacchettato l’Unione europea che a suo avviso ha smarrito i valori che ne hanno determinato la nascita, soprattutto sui temi dell’accoglienza dei migranti e dell’economia.
“Cosa ti è successo, Europa?”, ha chiesto Francesco nel suo discorso davanti ai tre presidenti delle istituzioni europee e alle alte autorità intervenute alla cerimonia in Vaticano. Erano presenti Martin Schulz per il Parlamento europeo, Jean-Claude Juncker per la Commissione e Donald Tusk per il Consiglio, il governatore della Bce Mario Draghi, oltre al presidente del Consiglio Mateo Renzi, la cancelliera tedesca Angela Merkel, il re Felipe IV di Spagna e altre cariche istituzionali da diversi Paesi europei.
Per il pontefice, “i padri fondatori dell’Europa seppero cercare strade alternative” in un contesto “segnato dalle ferite della guerra”. Si impegnarono nella ricerca di “soluzioni multilaterali ai problemi che poco a poco diventavano comuni”. I loro progetti, ha proseguito, “ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri. Sembrano esprimere un accorato invito a non accontentarsi di ritocchi cosmetici o di compromessi tortuosi per correggere qualche trattato, ma a porre coraggiosamente basi nuove, fortemente radicate”, per “una Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo”.
Il riferimento, chiaro, è alle divisioni e ai nazionalismi che stanno minando il percorso di integrazione europea, e in particolare la definizione di una politica comune per l’imigrazione. “Sogno un’Europa in cui essere migrante non sia un delitto”, ha continuato Bergoglio. E ancora, “sogno un’Europa di cui non si possa dire che il suo impegno per i diritti umani è stata la sua ultima utopia”.
E di diritti, il Vescovo di Roma, ne chiede non solo per i migranti. Invoca per l’Unione europea “il passaggio da un’economia liquida a un’economia solida”, perché ci sono troppe iniquità nella distribuzione della ricchezza, e perché “se vogliamo un futuro dignitoso, di pace, possiamo raggiungerlo solo con la vera inclusione, quella che garantisce un lavoro dignitoso”. Un miraggio soprattutto per l’enorme massa di giovani europei che vive il dramma della disoccupazione, ha sottolineato il papa.
Dopo la premiazione, in una conferenza stampa congiunta, Juncker e Schulz (Tusk, ha lasciato subito Roma per un impegno istituzionale) si sono detti molto toccati dal messaggio di Bergoglio dal quale hanno ricevuto “un ulteriore stimolo a proseguire nella costruzione” dell’edificio europeo. Vero bersaglio delle critiche di Francesco, a loro avviso, sono i governi nazionali, e per questo hanno annunciato che faranno “arrivare il discorso del papa in tutte le Capitali europee”.
Sull’immigrazione c’è il rinnovato impegno, ribadito anche ieri nel dibattito sullo stato dell’Unione al Campidoglio, a portare avanti gli sforzi per l’adozione di una politica comune europea. Sia il presidente dell’Europarlamento che quello della Commissione hanno espresso ulteriori apprezzamenti alla proposta italiana del ‘migration compact’, che per Schulz “va nella giusta direzione”, e per Juncker “è in linea con le proposte” dell’esecutivo comunitario.
Il piano presentato da Renzi prevede accordi con i paesi di provenienza e transito dei migranti per ridurre i flussi. Accordi analoghi a quello tra Ue e Turchia, da finanziare con eurobond ad hoc. “Non voglio fare commenti su eurobond o africabond”, ha indicato Juncker. E riguardo al suggerimento arrivato ieri dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, ovvero “concentrarsi sul bilancio dell’Ue” per trovare le risorse, il numero uno della Commissione ritiene sia “difficile”. Si dovrà “studiare quali siano le possibilità nel bilancio 2017”, ha indicato, “ma le risorse sono limitate e se le metti da una parte le devi togliere dall’altra”, però “ci sono possibilità e le valuteremo. Ciò che è certo – sentenzia – è che le politiche per le migrazioni andranno finanziate”.
Sul secondo importante messaggio di Bergoglio, quello relativo agli squilibri economici e alla mancaza di lavoro, sia Schulz che Juncker hanno convenuto che sia necessario intervenire “per riequilibrare la distribuzione della ricchezza”. Il tedesco si è detto particolarmente colpito dall’invito del Papa a concentrare l’attenzione sui giovani. “Abbiamo una generazione che è probabilmente la più istruita e preparata di tutti i tempi nel nostro Continente”, ha sottolineato, “ma è una generazione disoccupata e questo è un elemento di distruzione” per l’Unione europea.
Porvi rimedio è la rinnovata missione che i leader europei si danno lasciando il Vaticano. “Già nella sua visita a Strasburgo il Papa ci aveva invitati alla solidarietà ma l’appello non è stato colto a sufficienza”, ha ricordato Juncker indicando che, adesso, questo nuovo messaggio di Francesco “arriverà in tutte le Capitali europee, e speriamo che stavolta sia ben recepito”.