Bruxelles – E’ la prima volta, nella storia della Spagna democratica, che il re scioglie il Parlamento. Ad appena sei mesi dalle precedenti elezioni gli spagnoli dovranno tornare alle urne. Il Presidente del Congresso, Patxi López, è stato ricevuto questa mattina alle 9:30 da Re Felipe VI per procedere allo scioglimento e indire nuove elezioni generali tra 54 giorni, come previsto dalla Costituzione. La data per il voto alle urne è stabilita per domenica 26 giugno 2016.
La decisione arriva dopo più di quattro mesi di discussioni in cui i partiti politici in Spagna non sono riusciti ad accordarsi su un nuovo primo ministro. Dopo la rinuncia a gennaio del partito Popolare di Mariano Rajoy, vincitore ma senza maggioranza, il testimone era passato nelle mani del Partito socialista operaio spagnolo. Il progetto dei socialisti era un accordo a tre con i partiti Ciudadanos e Podemos, ma il leader di quest’ultimo, Pablo Iglesias, ha lanciato un referendum interno al suo gruppo che ha bocciato l’idea. E così anche il leader del partito socialista, Pedro Sánchez, è uscito sconfitto dalla discussione sulla fiducia del 2 marzo. Quest’ultimo ha attribuito la colpa del fallimento al premier uscente e a Pablo Iglesias avendo entrambi rifiutato di coalizzarsi con il Psoe: “Pablo Iglesias ha impedito un governo del cambiamento e Mariano Rajoy ha bloccato il Paese”. Re Felipe VI ha dovuto ammettere che “non esiste un candidato che abbia il sostegno necessario per avere la fiducia in Parlamento”, prendendo atto del fallimento della terza tornata di consultazioni per designare il nuovo premier.
La Costituzione in Spagna non prevede una data di scadenza per il primo dibattito sulla fiducia, quindi, anche stavolta, il processo potrebbe prolungarsi per settimane o mesi, contando anche le vacanze estive che minacciano di complicare le cose. Ma una volta che sarà avvenuta la prima discussione sulla fiducia, si metterà di nuovo in moto il conto alla rovescia costituzionale per una nuova elezione generale: da quel momento i politici spagnoli avranno due mesi di tempo per definire un nuovo premier. I sondaggi suggeriscono che nuove elezioni potrebbero non riuscire a sbloccare la situazione di stallo politico, con risultati probabilmente simili a quelli di dicembre. Ma gli analisti sostengono che i partiti saranno probabilmente più disposti al compromesso dopo il nuovo voto, a causa della pressione degli elettori per la formazione di un nuovo governo.