Roma – Ancora non è partita ufficialmente la campagna elettorale per le amministrative del 5 giugno, appuntamento importante perché si vota nelle città più grandi d’Italia, che già il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, lancia quella per il referendum confermativo sulle riforme costituzionali. La partita che si giocherà in autunno, infatti, è quella decisiva perché, in caso di bocciatura, lo stesso premier conferma: “Andrò a casa”.
Dalla sua Firenze, dunque, fa partire l’appello per i comitati referendari per il Sì – ne vuole 10mila, per questo invita i cittadini ad attivarsi per istituirli – e usa anche l’Europa come tema per la sua campagna. Rispettando un’abitudine in verità molto diffusa, non solo in Italia, fa il suo attacco alle regole europee. Sul banco degli imputati il Fiscal compact, definito “un’assurdità con la quale avremmo disintegrato il Paese”, se non ci fossero stati “27 miliardi di euro di flessibilità” sulle manovre di bilancio. Flessibilità che Renzi rivendica come risultato delle pressioni su Bruxelles esercitate dal suo esecutivo, anche se la Commissione europea deve ancora pronunciarsi sulle richieste avanzate con Legge di stabilità 2016.
L’attacco, in realtà, è indiretto. L’inquilino di palazzo Chigi ce l’ha più con “quelli che ci fanno lezione” sull’Europa. “Sono gli stessi che hanno firmato quell’assurdità che è il Fiscal compact”, indica. L’obiettivo vero del premier è dunque domestico, ma su un tema che gli consente di sottrarre terreno alle forze euroscettiche, e sul quale in ogni caso sta giocando una dura battaglia in Europa. Confermata anche dall’invettiva di ieri che lo stesso Renzi ha fatto contro il presidente della Bundesbank, il falco del rigore Jens Weidmann , invitato a “pensare alle banche tedesche” invece di impicciarsi del debito pubblico italiano. Da qui a ottobre, c’è da scommetterci, il rapporto dell’Italia con l’Europa sarà scandito dal riaccendersi di polemiche in cui sarà difficile distinguere i veri motivi di merito, pur presenti e concreti, da quelli più opportunistici da campagna elettorale.