Bruxelles – E’ stato un crescendo, pian piano, fino al vertice del Partito popolare europeo. Il “no” al gasdotto North Stream 2, che dovrebbe andare direttamente dalla Russia alla Germania, scavalcando ogni altro paese e viaggiando sommerso quasi tutto in acque internazionali è arrivato anche dal leader del Ppe, il tedesco Manfred Weber, considerato molto vicino ad Angela Merkel. Il progetto è “incompatibile con gli obiettivi dell’Unione europea”, scrive il capogruppo popolare in una lettera indirizzata al ministro tedesco dell’Economia, Sigmar Gabriel, e al commissario all’Energia Miguel Arias Cañete.
L’iniziativa è pesante, Weber guida il gruppo più grande del Parlamento europeo, è un alleato politico della cancelliera tedesca, e dunque la sua uscita pubblica, ferma, ha un rilievo notevole. Non è il primo parlamentare a prendere posizione contro il gasdotto, Nel marzo scorso dodici deputati di vari gruppi (popolari, verdi, socialisti, conservatori e liberali) avevano già presentato una Dichiarazione scritta di ferma opposizione al progetto, spiegando che “comprometterà lo status dell’Ucraina come paese di transito del gas, comporterà drammatiche conseguenze geopolitiche, minaccerà l’Unione dell’energia, la sicurezza dell’approvvigionamento del gas e la sicurezza energetica nell’Europa centrale e sudorientale e in Ucraina, e permetterà alla Russia di sfruttare maggiormente la dipendenza energetica per esercitare un’influenza politica”. Secondo i deputati inoltre “il progetto avrà probabilmente conseguenze negative per l’ambiente marino del Mar Baltico” oltre a “destare preoccupazione per quanto riguarda la sua compatibilità con il mercato interno dell’energia, in particolare il terzo pacchetto sull’energia”. Infine i dodici attaccano anche il costruttore, la russa Gazprom, sottolineando che il progetto “è guidato da un’impresa indagata con l’accusa di aver abusato della sua posizione dominante imponendo restrizioni territoriali, applicando politiche tariffarie sleali ed estorcendo impegni non correlati all’approvvigionamento di gas”.
Non era poco, e Weber si allinea sulle stesse posizioni. Spiegando che North Stream 2 rischia “di causare conseguenze detrimenti per le forniture di gas in Europa Centrale e dell’Est”. Anche Italia e Polonia sono, da sempre, tra i principali avversari del progetto, fortemente sostenuto in pratica solo dalla Germania, accusata dagli altri di proteggere solo i propri interessi, a scapito dei Partner e anche dell’Ucraina, che perderebbe così i circa due miliardi annui di diritti per il gas russo che passano attualmente sul suo territorio. C’è da dire anche che l’Italia e i Paesi dell’Est non hanno ancora sbollito il nervoso per il fallimento del gasdotto South Stream, che secondo la Commissione europea avrebbe violato le regole sulla concorrenza dell’Unione, anche perché Gazprom (sempre lei) avrebbe detenuto gas e gasdotto, cosa che in Europa è proibita.
E Weber nella sua lettera chiede di sapere anche questo: “E’ cruciale sapere cosa il governo tedesco e la Commissione intendono fare per assicurare il rispetto della legislazione europea e le priorità sulla sicurezza energetica” a proposito del progetto North Stream 2.
La battaglia sarà forte anche a livello di lobby industriali, poiché le aziende coinvolte sono tra le più potenti: Gazprom, Shell, Basf, Eon, Engie e Omv.