Bruxelles – Non ci sono solo i progetti di “muro” al confine con il Brennero, la difesa austriaca contro l'”invasione” di migranti dall’Italia (che a parte Vienna nessuno vede), passa anche da un inasprimento delle leggi sull’immigrazione. Il parlamento austriaco ha adottato, con 98 voti favorevoli e 67 contrari, un nuovo testo, tra i più rigidi d’Europa. La legge limita a tre anni il diritto di asilo dal momento della concessione e prevede la possibilità di dichiarare uno “stato d’emergenza” migratoria, durante il quale i migranti saranno bloccati alle frontiere senza neppure poter formulare una domanda di asilo.
“Non possiamo accogliere tutte le miserie del mondo”, aveva spiegato il ministro dell’Interno Wolfgang Sobotka, assicurando che Vienna non agirà “per piacere”, ma “perché gli altri Paesi non stanno facendo il loro lavoro” sul controlli dei migranti.
Il progetto di legge adottato dal Parlamento prevede, in particolare, che la richiesta di un richiedente asilo per avviare la procedura potrà essere rifiutata già al confine e il migrante rispedito nello Stato confinante. Saranno contemplate eccezioni solo per coloro che hanno parenti stretti residenti in Austria o per coloro che rischiano torture o trattamenti disumani nei Paesi in cui verranno rinviati. Lo stato di emergenza subentrerà quando “l’ordine pubblico o la sicurezza interna” non potranno essere più garantiti a causa dell’alto numero di rifugiati. Può essere dichiarato la prima volta per sei mesi e poi rinnovato fino a un massimo di due anni.
Per congedare il decreto in tempi rapidi è stata prevista la procedura d’urgenza, senza perizie di esperti esterni. La grande coalizione (tra socialdemocratici e popolari) al governo in Austria ha stabilito che quest’anno non potranno essere accolti più di 37.500 rifugiati, dopo che l’anno scorso ne era stato accolto un numero record di 90mila.
La Commissione segue quanto sta accadendo in Austria con “grande preoccupazione”, commenta la portavoce della Commissione europea, Mina Andreeva, ricordanco che per l’esecutivo comunitario “non dovrebbe essere presa nessuna misura che possa compromette il ritorno ad un normale funzionamento dell’area Schengen entro la fine dell’anno, così come previsto alla roadmap della Commissione ‘Back to Schengen’”. Bruxelles, ha assicurato la portavoce, “è in contatto con le autorità austriache sulle misure prese o che si pianifica di prendere al Brennero e in altre parte dei confini interni e valuterà tutte le misure nella prospettiva di necessità e proporzionalità”. In ogni caso, del tema discuteranno di persona il premier Matteo Renzi e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, quando questo si recherà a Roma il prossimo giovedì.
Per quanto riguarda specificamente la legge austriaca l’esecutivo Ue preferisce aspettare “fino a quando sarà concluso il processo legislativo” ma si aspetta che “l’Austria comunichi le misure una volta che il processo sarà finalizzato in modo da potere analizzare le implicazioni legali e politiche delle nuove misure”.