Bruxelles – Nell’Unione europea sempre più persone di età compresa tra i 30 e i 34 hanno una laurea e sempre meno giovani abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione. Ma nella classifica europea purtroppo l’Italia si guadagna l’ultimo posto avendo la percentuale più bassa di trentenni laureati.
Per l’Unione nel suo complesso, la quota di trentenni che hanno completato l’istruzione terziaria è costantemente aumentata negli ultimi anni, crescendo dal 23,6% del 2002 al 38,7% del 2015. Molto vicini quindi all’obiettivo stabilito dalla strategia Europa 2020, che fissa al 40% la quota da raggiungere tra 4 anni. Il cambiamento è stato ancora più significativo per le donne, che hanno visto il loro numero aumentare dal 24,5% del 2002 al 43,4% nel 2015 (superando l’obiettivo globale imposto dal programma comunitalio). Per gli uomini invece il passaggio è stato soltanto dal 22,6% al 34,0%. Allo stesso tempo è diminuita la percentuale di giovani di età compresa tra i 18 e i 24 anni che abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione: si è passati dal 17,0% del 2002 al 11,0% nel 2015. Manca ancora qualche passo per raggiungere l’obiettivo di Europa 2020, che prevede una riduzione al di sotto del 10%.
Secondo i dai pubblicati dall’Eurostat le differenze tra gli Stati membri non sono marginali: l’Italia è fanalino di con con il 25% di laureati con un’età compresa tra 30-34 anni, mentre a guidare la classifica dei più istruiti la Lituania, con un sorprendente 57,6%. In generale, rispetto a 13 anni prima, l’anno scorso la quota delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno ottenuto un titolo universitario è aumentata in tutti gli Stati membri e alcuni riescono a tenere la percentuale oltre la metà. Tra questi appunto la Lituania, seguita da Cipro (54,6%), Irlanda e Lussemburgo (entrambi 52,3%) e Svezia (50,2%). All’estremità opposta del scala, le percentuali più basse sono state osservate in Italia, Romania (25,6%), Malta (27,8%) e Slovacchia (28,4%). Le donne hanno sorpassato gli uomini in tutti gli i Paesi membri Ue, tranne che in Germania.
Rispetto al 2006, nel 2015 la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione è diminuita in tutti gli Stati membri ad eccezione della Repubblica Ceca, della Romania e della Slovacchia. Per l’anno scorso, le percentuali più basse di abbandoni scolastici prematuri sono state osservate in Croazia (2,8%), Slovenia (5,0%), Cipro e Polonia (entrambi 5,3%) e Lituania (5,5%). Mentre le quote più alte si sono verificate in Spagna (20,0%), Malta (19,8%) e Romania (19,1%). Anche in questo caso, la percentuale di giovani che abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione è stata più bassa per le donne rispetto agli uomini in quasi tutti Stati membri.