Roma – È stata inaugurata oggi a Catania la sede di Eurtf, la task force dell’Unione europea che raggruppa le agenzie coinvolte nella gestione delle frontiere e nell’emergenza migranti Frontex, Easo, Eurojust ed Europol, e che avrà il compito di fornire assistenza alle autorità nazionali per la gestione dei flussi migratori, per le richieste di asilo e per la lotta al traffico di esseri umani. “È il segno concreto di cosa vuol dire implementare sul campo soluzioni europee per sfide europee”, ha commentato su twitter il commissario per le migrazioni Dimitris Avramopoulos.
Today is an example of what it means, on the ground, to implement European solutions to a European challenge #Catania #EURTF #refugeecrisis
— Dimitris Avramopoulos (@Avramopoulos) April 27, 2016
Secondo il ministro degli interni Angelino Alfano, presente all’inaugurazione, “è un successo del nostro Paese e di squadra”, perché conferma che “la frontiera che i migranti vogliono varcare è quella europea e non italiana”.
Dopo il migration compact presentato dal governo italiano ai partner europei, oggi Alfano ha lanciato una nuova iniziativa. “Ho proposto al commissario europeo (Avramopoulos, ndr) e a Frontex di studiare una proposta nostra che prevede l’uso delle nostre navi in mare anche per il fotosegnalamento, in modo che nessuno possa scappare”, ha annunciato il titolare del Viminale.
Si tratta di “una sorta di hotspot sul mare che potrà essere rappresentato da uno o più navi”, ha spiegato il ministro, descrivendola come “una buona proposta per ridurre l’impatto dei migranti a terra e rendere più efficiente il sistema” di identificazione e registrazione dei migranti.
È un’idea “interessante”, per Avramopoulos. “Posso già dire che stiamo studiando la proposta di creare hotspot mobili”, ha annunciato l’esponente dell’esecutivo comunitario, e “ci sono buone possibilità che venga accettata”. Prima, però, “dobbiamo valutare tutte le questioni che attengono alla praticabilità della proposta, anche dal punto di vista legale”, ha precisato.
Alfano ha poi rivolto un appello preché “le leadership europee prendano in mano il dossier Libia con la stessa forza con cui hanno chiuso l’accordo con la Turchia”. Il Paese nordafricano, il cui percorso di stabilizzazione sta procedendo seppur con difficoltà, nelle intenzioni italiane dovrebbe tornare a essere un partner per la gestione dei flussi migratori. Una riedizione in chiave europea di ciò che avveniva all’epoca di Gheddafi, con l’intesa siglata dall’allora governo Berlusconi – oggetto delle stesse proteste per le violazioni dei diritti umani che oggi si registrano per l’accordo Ue-Turchia – perché Tripoli riducesse le partenze verso le nostre coste.
Nell’attesa che si possa procedere ad accordi tra l’Ue e i paesi terzi, tuttavia “molti migranti sono arrivati e molti ne arriveranno”, ha rimarcato Avramopoulos. Per questo “dobbiamo essere molto preparati e meglio organizzati” di fronte alla questione migratoria, e “tutti gli Stati membri dovranno accettare le misure adottate” in comune per far fronte all’emergenza.