Roma – “Non esiste un candidato che abbia il sostegno necessario per avere la fiducia in Parlamento”. Così re Felipe VI di Spagna prende atto del fallimento della terza tornata di consultazioni per designare un premier al quale affidare il governo dopo le elezioni politiche del dicembre scorso. In realtà il tempo scade il due maggio prossimo, ma a meno di un’improbabile intesa dell’ultimo momento, il capo dello Stato sarà costretto a sciogliere l’Assemblea legislativa per andare a nuove elezioni, che con ogni probabilità si celebreranno il 26 giugno prossimo.
L’ultimo tentativo di trovare una coalizione di governo era stato affidato al leader del Partito socialista, Pedro Sanchez, il quale ha dovuto gettare la spugna attribuendo la colpa del fallimento al premier uscente, il popolare Mariano Rajoy, e a Pablo Iglesias, esponente del movimento di sinistra radicale Podemos. “Pablo Iglesias ha impedito un governo del cambiamento e Mariano Rajoy ha bloccato il Paese”. Prima uno e poi l’altro hanno infatti rifiutato di coalizzarsi con il Psoe.
Alle consultazioni di dicembre erano stati i popolari a ottenere il maggior numero di preferenze (28,7%), ma senza riuscire a ottenere i seggi necessari a garantire una maggioranza, neppure in coalizione con le forze minori disposte a sostenere un esecutivo a guida Rajoy, tanto che il capo dell’esecutivo uscente aveva rinunciato perfino a trovare un’intesa sul proprio nome. Al secondo posto il Psoe (22%, seguito da Pdemos (20,7%) e la formazione centrista Ciudadanos (14,%).
Al momento i sondaggi sono contraddittori, ma quasi tutti indicano che il risultato di nuove consultazioni rischia di non consegnare comunque un risultato netto, anche se l’astensionismo è dato in aumento e, se qualcuno riuscirà a portare alle urne chi ora è propenso a disertarle, potrà forse trovare la spinta in più necessaria a uscire dall’empasse.
In Italia, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha colto l’occasione per l’ennesima esaltazione della riforma elettorale che ha fortemente voluto. L’Italicum di fatto imposto dal premier, visto che anche all’interno del suo partito c’è chi ancora chiede modifiche. L’inquilino di Palazzo Chigi ha cinguettato su Twitter: “Leggevo di nuove elezioni in Spagna. Con l’Italicum e le Riforme Costituzionali l’Italia è oggi il Paese europeo più stabile”.
Leggevo di nuove elezioni in Spagna. Con l'italicum e le Riforme Costituzionali l'Italia è oggi il Paese europeo più stabile #lavoltabuona
— Matteo Renzi (@matteorenzi) April 26, 2016