I pro-Brexit e l’immigrazione
Come evidenziato dal Guardian, visto che la campagna sul referendum nel Regno Unito pone di fronte a due scelte opposte e (teoricamente) irreversibili, non ci si poteva aspettare una campagna tranquilla o priva di colpi bassi. D’altro canto sembra che per i fautori della Brexit ormai il vero campo di battaglia – dopo aver incassato numerose sconfitte in campo economico – sia quello dell’immigrazione: il libero movimento delle persone all’interno dell’Unione è dipinto come scenario apocalittico nel quale il peggio del peggio approderebbe sulle coste inglesi in caso di permanenza nell’UE, con l’aggiunta di costi esorbitanti per il già traballante NHS (Sistema Sanitario Nazionale)
La Brexit vista dalla Grecia
I greci, ci racconta Nikos Konstandaras dalle colonne del New York Times, hanno cercato in ogni modo di rimanere nell’Unione Europea negli ultimi anni, anche a costo di sacrifici immani, e proprio per questo guardano meravigliati e incuriositi al referendum con il quale i Britannici potrebbero decidere di lasciare l’Ue nonostante la loro situazione socio-economica, non di certo paragonabile a quella ellenica.
Tutto cambia, nulla cambia
L’accordo con la Turchia avrebbe dovuto risolvere il problema dei massicci flussi migratori verso l’Unione. E invece, surprise surprise!, non è stato così. Certo, l’accordo comincia a portare dei risultati sulla rotta dei Balcani: da 26,878 migranti nelle tre settimane precedenti, le tre successive hanno registrato “solo” 5.874 arrivi in Grecia. Ma, come sottolinea El PAís, questo vuol solo dire che i migranti stanno cercando e provando altre rotte per arrivare in UE.
30 anni da Chernobyl
Un bilancio “umano” della tragedia di Chernobyl è impossibile, secondo Le Monde: non si possono infatti contare solo le vittime dirette del dramma, ma si devono considerare gli effetti di lungo periodo delle radiazioni nucleari. Dal 26 aprile del 1986 infatti solo nella popolazione infantile sono stati rilevati 5.000 casi di cancro alla tiroide, e per ancora molti – troppi – anni i bambini della città e delle aree circostanti dovranno far controllare il livello di Cesio nel loro organismo.
La nuit debout
Ne avete sentito parlare? Forse sì, grazie ai discorsi fatti a Place de la République dai vari esponenti del mondo politico ed accademico. Ora la manifestazione contro la Loi Travail ha raggiunto un altro luogo sacro parigino: l’Odéon, luogo storico per le contestazioni fin dal maggio del 1968, come ci ricorda una bella inchiesta di Libération.
Cara Europa, ti scrivo
Una lettera all’Unione, pubblicata nel circuito LENA europeo (in Italia da Repubblica), di Béatrice Delvaux: “Vi scrivo dal mio Paese, come si scrive a una zia o a un cugino per informarli che siamo vivi, ma non ce la passiamo tanto bene. Vi scrivo per chiamarvi in aiuto, perché una rete, un patto di solidarietà, un’Unione o ciò che ne resta sono fatti per questo, no?”
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