Bruxelles – L’Europa ha una popolazione che invecchia e se “oggi per ogni persona oltre i 65 anni, ci sono quattro persone che lavorano”, nei prossimi cinquant’anni questa cifra “scenderà a due persone al lavoro per ogni persona oltre i 65 anni”. Questa è una “sfida demografica enorme”, che sta avvenendo proprio “mentre si riduce sempre di più il ruolo dello Stato”. Parlando a una conferenza organizzata dalla Commissione a Francoforte insieme alla Banca centrale europea, il commissario alla Stabilità finanziaria, Jonathan Hill, ha affermato che l’Ue deve pensare a “come incoraggiare e sviluppare meglio il mercato privato delle pensioni in Europa”.
Nell’Unione “solo pochi Paesi membri, come la Danimarca, la Finlandia, l’Irlanda, il Regno Unito e i Paesi Bassi, hanno grandi mercati pensionistici privati”, ha sottolineato Hill, mentre “altrove questi mercati sono relativamente piccoli”. “Se potessimo costruire un mercato europeo per semplici pensioni personali, questo potrebbero fornire le economie di scala di cui abbiamo bisogno per ridurre i costi e aumentare la scelta per i risparmiatori che stanno mettendo da parte i soldi per la loro pensione”, ha aggiunto il commissario sottolineando che “questo è uno dei settori che hanno priorità nel piano d’azione sul Mercato unico dei capitali” dell’esecutivo di Bruxelles.
I fondi pensione “canalizzano i soldi dalle famiglie verso l’economia più ampia, e offrono rendimenti sul mercato dei capitali a chiunque abbia una pensione”, ha dichiarato Hill secondo cui “ampliando il pool degli investitori, questi aumentano la domanda di obbligazioni e titoli, e ciò a sua volta riduce i costi per le aziende”. I fondi pensione possono sostenere addirittura “investimenti a lungo termine, in particolare nel settore delle infrastrutture”, ha continuato ancora Hill rivendicando che grazie alle modifiche a Solvency II, la direttiva sui requisiti di capitale nel settore assicurativo, la Commissione “ha definito le infrastrutture come asset class, e ridotti i requisiti patrimoniali di quasi un terzo per gli assicuratori che intendono investire nel settore”.