Bruxelles – Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, ha espresso sabato al termine dell’Ecofin informale di Amsterdam una critica serrata e radicale alle ipotesi di limitare o disincentivare l’esposizione al rischio dei titoli di Stato presenti nei portafogli delle banche dell’Ue, che sono state discusse nella riunione.
Parlando alla stampa italiana a margine della riunione, svoltasi nel pomeriggio, Visco ha negato l’assunto di base da cui partono queste ipotesi: vale a dire il fatto che la regolamentazione Ue del settore bancario attribuirebbe un rischio zero ai titoli di Stato, non riconoscendo il rischio che invece esiste nella pratica (come afferma il documento che la presidenza di turno olandese dell’Ue ha sottoposto alla discussione dei ministri finanziari). “Nella prassi”, ha puntualizzato il governatore, questa “esposizione sovrana” è invece presa in conto, soprattutto dopo le molte riforme che sono state introdotte nella regolamentazione del settore bancario negli ultimi anni, per esempio con la direttiva Brrd (“Bank Recovery and Resolution Directive”, che ha introdotto il principio del “bail-in”), così come con l’apparato degli ‘stress test’.
“Tra il 2011 e oggi – ha ricordato Visco – molto è stato fatto sul piano regolamentare: qualcuno lo ha detto, per cui il mantenimento dello status quo non vuol dire partire da come ci si trovava all’inizio della crisi dei debiti sovrani, ma incorporare una serie di cambiamenti. Si può pensare quello che si vuole della direttiva Brrd, e io ho varie riserve sul modo in cui viene attuata, ma indubbiamente mette una serie di regole sul trattamento del debito sovrano… Vi è il ‘leverage ratio’ che si applica a tutte le attività, anche ai titoli di Stato”.
E poi, ha proseguito il governatore, “c’è tutto l’apparato degli ‘stress test’, che nell’ambito del ‘comprehensive assessment’ ha guardato con molta attenzione al ‘pricing’ dei titoli governativi, di cui si tiene peraltro nel cosiddetto secondo pilastro(dell’accordo di Basilea, ndr), cioè nelle richieste di capitale specifiche per ogni banca”.
Visco ha sottolineato poi che l’esigenza di ridurre il “rischio sovrano” delle banche “è una posizione tedesca, olandese e finlandese”, e basta. “Gli olandesi – ha aggiunto – hanno deciso di metterla con questa enfasi” sul tavolo dell’Ecofin “per qualche motivo che loro hanno, ma che io non capisco”.
“Le banche – ha spiegato il governatore – fanno delle scelte: in un periodo molto difficile, in cui il rischio di credito era molto elevato, hanno scelto di andare verso titoli governativi, che non sono liberi da rischio, ma erano meno rischiosi dei titoli emessi dalle imprese in quella situazione”.
“Il punto fondamentale – ha continuato Visco – è che la banca deve fare credito: e se fa analisi che la portano a concludere che questi titoli sono sicuri e possono essere distribuiti sul mercato più diffusamente, potrà prestare di più su impieghi che magari sono più rischiosi e rendono di più, ma che possono essere assorbiti nel portafoglio. Con una situazione che si normalizza, le banche ritorneranno più o meno al livello da cui erano partite”.
Il governatore, smontando un altro nesso dato per scontato dalla dalla presidenza olandese, ha quindi sottolineato che “non è stata la regolamentazione a causare l’aumento dei titoli di Stato” nei portafogli delle banche, per il fatto di non attribuire alcun peso al rischio sovrano. “Fino al 2007-2008 – ha rilevato – i titoli governativi detenuti dalle banche erano calati fino al 2-3 per cento” dei portafogli, poi “sono risaliti al 10% nei paesi stressati come il nostro” durante la crisi, “e ora stanno ridiscendendo” anche grazie agli acquisti del “quantitative easing” della Bce.
Visco ha poi liquidato con una battuta il collegamento che alcuni governi (soprattutto quello tedesco) vorrebbero stabilire fra la riduzione del rischio sovrano nelle banche e l’adozione del sistema europeo di garanzia dei depositi, ultimo elemento da realizzare dell’Unione bancaria. La Germania, in particolare, continua a opporsi affermando che prima di condividere i rischi, bisogna ridurli. “Io – ha detto il governatore – non lo vedo per niente questo nesso, ma altri lo vedono. E allora, mettiamo che noi facciamo quello che dicono loro e riduciamo totalmente il rischio: ma a quel punto non ci sarebbe più nessun rischio da condividere”.
Insomma, fra i ministri finanziari dell’Ue “non c’è una posizione comune, per ora”, e quella di oggi “è stata una discussione molto fruttuosa, molto tranquilla, senza contrapposizioni straordinarie. Certo, sono emerse delle posizioni”, e una di queste posizioni “è che prima di modificare il sistema attuale, bisogna approfondire le possibili alternative”, ha osservato Visco.
Il governatore ha ricordato, infine, come sulla questione ci sia già una riflessione in corso a livello internazionale, e non solo europeo, nel quadro del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria. “Nell’ambito di Basilea si potrà arrivare a una soluzione globale, che non è facile, perché ci sono differenze tra i paesi”, ha concluso.