Bruxelles – La posta in gioco è troppo alta per restare ad osservare da lontano sperando che tutti funzioni. Ad un mese dall’entrata in vigore dell’accordo tra Unione europea e Turchia per fermare i flussi di migranti attraverso l’Egeo, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk e il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, preferiscono recarsi sul posto di persona per tentare di eliminare alcune tensioni, e provare ad oliare gli ingranaggi di un meccanismo che si spera cominci a girare più rapidamente di quanto stia facendo. Domani i tre leader saranno nella città turca di Gazientep, non lontano dal confine siriano, per fare il punto sui progressi compiuti dalla firma dell’intesa lo scorso 18 marzo e discutere con le autorità di Ankara i prossimi passi.
I tre leader visiteranno un centro di accoglienza temporanea e uno per famiglie e minori, prima di essere ricevuti dal premier turco Ahmet Davutoglu con cui inaugureranno anche i primi progetti di assistenza finanziati con i fondi che gli Stati Ue hanno iniziato a versato ad Ankara. Momenti dal sapore simbolico che faranno però da contorno a dialoghi sostanziali con le autorità turche. Sul tavolo c’è molto, da entrambe le parti. Merkel, che più di tutti ha spinto per l’accordo, deve assicurarsi che le cose inizino a funzionare tanto bene da placare le polemiche sugli aspetti legali e umanitari dell’accordo e da convincere i partner europei che ancora rimangono scettici e che frenano sui reinsediamenti dalla Turchia. Il governo turco, dall’altro lato, non perderà occasione per fare pressione soprattutto per la liberalizzazione dei visti per fine giugno. Risultato che il presidente Recep Tayyp Erdogan ha già venduto come acquisito mentre ancora in Europa esistono non poche resistenze.
La situazione sarà particolarmente delicata per la cancelliera tedesca, per cui la visita cade nel mezzo delle tensioni su comico tedesco che Merkel ha deciso di lasciare processare per offese a Erdogan. Molti, in patria, le stanno chiedendo di sollevare con il governo turco il tema della libertà di stampa, ma difficilmente la cancelliera vorrà complicare ancora incontri già delicati.