Bruxelles – È arrivato il via libera definitivo per il cosiddetto Pnr (Passenger name record) ossia il registro dei passeggeri dei voli aerei. Dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo, che per anni ha bloccato il dossier per timore delle ripercussioni sulla privacy, oggi la direttiva è stata adottata anche dai ministri degli Interni Ue, riuniti a Lussemburgo. La direttiva regola il trasferimento dalle compagnie aeree agli Stati membri dei dati dei passeggeri dei voli internazionali e il trattamento di questi dati da parte delle autorità competenti. Secondo quando stabilito dalla direttiva, i dati dei passeggeri che vengono raccolti potranno essere trattati solo per la prevenzione, individuazione, l’accertamento o il perseguimento di reati di terrorismo o reati gravi.
Secondo quanto previsto dalla direttiva, ogni Stato membro dovrà creare una propria “Unità di informazione sui passeggeri” (Uip) e i dati raccolti potranno essere conservati “in chiaro” per un periodo di sei mesi, dopodiché saranno resi anonimi e potranno essere conservati per altri quattro anni e mezzo, con una procedura più complessa per accedere all’informazione completa. Le compagnie aeree saranno obbligate a fornire i dati dei passeggeri dei voli internazionali che entrano o partono dall’Ue alle autorità degli Stati membri. La direttiva consente anche agli Stati membri di raccogliere i dati dei passeggeri dei voli intra-Ue. Non si tratta di un obbligo ma viste le attuali minacce alla sicurezza, diversi Stati membri si sono detti intenzionati a procedere anche in questo senso.Per rispondere alle preoccupazioni sul versante privacy, la direttiva prevede forti salvaguardie, incluso il ruolo di supervisore della autorità nazionali e l’obbligo di nominare un responsabile della protezione dati all’interno di ogni Unità di informazione sui passeggeri.
“Sono particolarmente felice che i ministri abbiano adottato all’unanimità la direttiva sul Pnr, ponendo finalmente fine a un processo di lunga data”, commenta il commissario europeo agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, secondo cui “la direttiva migliorerà la sicurezza dei cittadini includendo forte tutela della privacy e pieno rispetto della protezione dei dati”. Ora “chiedo agli Stati di cominciare a mettere in atto la direttiva il prima possibile”, continua Avramopoulos.
Da un punto di vista pratico, però, le nuove regole non saranno operative prima di due anni, nel corso dei quali gli Stati membri potrebbero iniziare a introdurre a livello nazionale il proprio Pnr, come richiesto da Francia e Belgio subito dopo gli attacchi terroristici di Parigi. In Europa “i Paesi stanno già agendo in questo senso”, assicura Avramopoulos. In Italia, spiega invece il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, “stiamo studiano dal punto di vista tecnico tutte le ipotesi” e nel frattempo “proponiamo a livello europeo di aggiornale l’analisi del livello di attuazione del Pnr ad ogni riunione che faremo”.