Bruxelles – Il Presidente della Corte europea di Giustizia ha deciso, oggi a Lussemburgo, l’avvio di un procedimento accelerato per il pronunciamento della stessa Corte rispetto al ricorso pregiudiziale presentato dal Tar Lazio sulla vicenda della Xylella fastidiosa, il batterio considerato responsabile del disseccamento degli ulivi in Puglia.
Il Tar Lazio, a seguito del ricorso di alcuni agricoltori pugliesi, aveva sospeso l’anno scorso l’esecuzione delle misure decise dal governo per il contenimento dellaXylella (decreto n.
2180 del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali del 19 giugno 2015). Il decreto in questione imponeva, nella cosiddetta fascia di eradicazione e nei focolai esterni alla provincia di Lecce, l’abbattimento di tutti gli ulivi infetti e, in un raggio di 100 metri di distanza rispetto a ogni albero infetto (ovvero in un’area di tre ettari), la distruzione di tutte le altre possibili “piante ospiti” della Xylella, anche se sane e non ancora colpite dal batterio. Il decreto prevedeva pesanti sanzioni per gli agricoltori inadempienti.
Il Tar del Lazio aveva sospeso l’esecuzione di queste misure in attesa del pronunciamento della Corte europea di Giustizia, che aveva investito con una “questione pregiudiziale” sulla possibile contraddittorietà del decreto con la normativa Ue applicabile.
Nel ricorso si sostiene che la Direttiva 2000/29/Ce dell’8 maggio 2000, a cui fa riferimento il decreto, non prevede alcun obbligo di rimozione delle piante sane, quando non vi sia stata alcuna indagine scientifica preventiva che abbia motivato questa misura drastica come l’unica idonea a fermare la diffusione del batterio.
Il Presidente della Corte ha emanato l’ordinanza che dispone l’avvio di un procedimento accelerato, “visto il presumibile rischio di danni irreversibili all’ecosistema e all’agricoltura del territorio pugliese che un prolungamento eccessivo di questa sospensione potrebbe produrre”, spiega una nota del servizio stampa della stessa Corte.
Notizia di Lorenzo Consoli per Askanews.