Bruxelles – La Mitsubishi motors (Mmc) si autodenuncia ammettendo la presenza di varie irregolarità nei test si consumi di carburante di 625mila vetture. Il nuovo scandalo, che ha già fatto crollare del 15% i titoli del colosso nipponico alla borsa di Tokyo, si scatena dopo neanche un anno dal Dieselgate che ha travolto Volksvagen. La manipolazione è stata scoperta dalla Nissan, cui Mitsubishi fornisce i motori per city cars, quando sono stati effettuati dei test i cui risultati differivano da quelli forniti dalla società produttrice.
“Abbiamo scoperto che, con riferimento ai dati di consumo Mmc ha condotto dei test in maniera incorretta, per presentare migliori risultati rispetto a quelli reali e anche che il sistema di misurazione usato è diverso da quello autorizzato dalla legge giapponese – dice una nota della Mitsubishi -. Esprimiamo profonde scuse a tutti i nostri clienti e stakeholders”.
Il caso che in queste ore sta colpendo la casa automobilistica giapponese, potrebbe portare alle dimissioni di Katsuhiko Kawasoe, l’attuale presidente di Mitsubishi motors. Intanto la società ha previsto per oggi una conferenza stampa, dove il direttore generale Tetsuro Aikawa affronterà le tematiche relative alle “condotte improprie” dei suoi dipendenti e alle “irregolarità rilevate nei test sui consumi” dei suoi veicoli.