Bruxelles – L’Istituto europeo di innovazione e tecnologia (Eit) non riesce a funzionare come dovrebbe perché è continuamente ostacolato da un “complesso quadro operativo e da problemi di gestione”. La denuncia arriva dalla Corte dei Conti Ue, che in un report recentemente pubblicato ha analizzato il funzionamento dell’istituito europeo creato per riunire sotto lo stesso tetto il mondo dell’istruzione, della scienza e delle imprese.
L’Eit ha sede a Budapest ed è stato creato nel 2008 con una dotazione di 2,7 miliardi di euro l’anno per il periodo 2008-2020, ma anziché finanziare i progetti direttamente, eroga sovvenzioni a partenariati autonomi, le cosiddette comunità della conoscenza e dell’innovazione (Cci), che riuniscono partner provenienti da discipline, paesi e settori diversi. Gli auditor della Corte hanno valutato che se l’Eit vuole essere uno strumento efficace per promuovere l’innovazione nell’Ue importanti modifiche sono necessarie nella sua struttura.
Le critiche sono state ribadite mercoledì davanti alla commissione Controllo dei bilanci del Parlamento europeo. Alex Brenninkmeijer, il membro della Corte responsabile per il report, ha dichiarato che “l’Eit ha poco personale ed è stato gestito male. Il suo finanziamento è basato su un concetto definito in modo non chiaro. Le sue pretese di avere un effetto leva non sono dimostrate e non sono plausibili”. “Trovo molto positivo che il commissario alla Cultura, Tibor Navracsics, abbia creato un gruppo di esperti per consigliarlo su una riforma dell’Eit e sulle sue future possibilità, costruito anche sulla base dei nostri risultati”, ha aggiunto Brenninkmeijer.