Bruxelles – L’Italia è il primo Stato dell’Unione europea a mettere in campo una squadra di Caschi blu per la cultura. L’iniziativa, sostenuta dall’Unesco e dall’Onu, prevede la creazione di una task force a cui è affidato il compito di preservare il patrimonio culturale mondiale. Ieri si è tenuto nel Parlamento europeo l’evento di presentazione. L’idea è partita nel giugno 2015 in seguito all’appello lanciato dalla Direttrice generale Unesco per la creazione di una coalizione internazionale “Unite4Heritage”.
In quell’occasione l’Italia ha avanzato la proposta dei “Caschi blu della cultura”, gruppi di pronto intervento formati da esperti, studiosi e personale specializzato messi a disposizione dagli Stati membri per promuovere la messa in sicurezza dei beni culturali e il contrasto di traffici illeciti. Da qualche anno il patrimonio culturale mondiale è colpito da organizzazioni terroristiche come l’Isis, che con “furia distruttrice” si sono scagliate contro i beni culturali in modo intenzionale, soprattutto in Siria e nel Medio oriente.
La firma del Memorandum Italia-Unesco, sotto il coordinamento del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, ha così istituito la prima task force volta a tutelare i beni culturali, composta da 60 individui, di cui 30 carabinieri. L’iniziativa è volta a proteggere, tanto dalla distruzione umana quanto dalle catastrofi naturali, sia i beni fisici sia l’intera umanità nei suoi valori e nella sua cultura, con una azione a difesa della civiltà. Grande importanza è attribuita alla catalogazione del patrimonio, in modo da contrastare il traffico illecito grazie ad una banca dati e a software per l’identificazione immediata dei beni.
Dario Franceschini, ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e promotore dell’incontro, ha dichiarato: “Era difficile pensare che avremmo iniziato un nuovo secolo avendo a che fare con un tema antico, cioè la distruzione dei luoghi di cultura”. Il ministro ha illustrato i caratteri della nuova forma di terrorismo internazionale che da circa 2 anni si scaglia contro i simboli della nostra cultura, ne filma l’abbattimento e lo rende pubblico: “La distruzione ora avviene non per incidenti di guerra, ma perché i luoghi della cultura vengono distrutti volutamente in quanto identificati come espressione di una civiltà diversa”.
Una volta che le telecamere sono spente, i beni vengono trafugati e venduti per finanziare il terrorismo stesso. E’ necessario agire per tutelare questi simboli culturali: “Se si rispetta la definizione fornita dall’Unesco, e quindi si parla di patrimonio dell’umanità, allora è giusto che tutta l’umanità si mobiliti”. Secondo Franceschini, oltre alla creazione di task force nazionali, che possano intervenire in forma preventiva o successiva nelle zone dove è cessato il fuoco, è importante lavorare alla possibilità che nelle future missione di peace-keeping venga riservata una particolare attenzione alla tutela del patrimonio culturale. Infine ha concluso con un augurio: “La struttura (messa a disposizione dall’Italia, ndr) è pronta, saremo quindi preparati a intervenire nelle situazioni di emergenza. L’Italia avrà un ruolo di guida e di coordinamento, sperando che altri Paesi organizzino task force da affiancare alla nostra”.
L’Unione europea si sta già impegnando nella cooperazione con l’Unesco e con 2,7 milioni di euro, messi a disposizione del progetto per la salvaguarda del patrimonio culturale. Ma ancora c’è molto da fare a livello legislativo, soprattutto contro il traffico illecito di beni culturali. Inoltre è necessaria una maggiore armonizzazione e un maggiore coordinamento sulla materia tra gli Stati membri.
All’evento era presente David Sassoli, vicepresidente del Parlamento europeo: “Il nostro Paese è in prima linea nella difesa della cultura. Il patrimonio culturale non appartiene solo alle Nazioni che lo custodiscono ma è un bene di tutti e a disposizione di tutti”. Ed ha aggiunto: “L’Italia sta rispondendo alla domanda su come difendere il patrimonio culturale minacciato nelle altre parti del mondo. Le qualità italiane in merito, come la sensibilità, la cultura e l’esperienza, saranno un patrimonio da condividere”.
La Presidente della commissione Cultura e istruzione, Silvia Costa, ha ricordato in questa occasione la città archeologica di Palmira, brutalmente devastata dall’Isis lo scorso anno: “Dobbiamo ricordare Palmira, una regina del deserto violata e violentata dalle barbarie. E insieme a lei ricordiamo l’archeologo siriano, direttore di questo sito archeologico, Khaled al-Asaad”, ucciso per non aver rivelato ai jihadisti il luogo dove erano stati spostati i preziosi reperti del sito archeologico. “Ho chiesto che il Forum della cultura dell’Ue sia dedicato a lui”. L’eurodeputata ha voluto sottolineare che è fondamentale favorire il dialogo interculturale e inter-religioso, per prevenire ed evitare la diffusione del fondamentalismo. La parlamentare si batte da tempo per fare in modo che la distruzione dei beni culturali venga considerata un crimine contro l’umanità.