Bruxelles – Da tre settimane a questa parte, nel Mediterraneo le cose stanno cambiando: mentre i flussi di arrivi dall’area orientale continuano a diminuire, quelli della rotta centrale, sono in aumento e l’impressione è che la tendenza non sarà di breve durata. A sottolinearlo nel corso di un’audizione al Parlamento europeo è l’ammiraglio Enrico Credendino, comandante della missione Ue Sofia, attiva nel Mediterraneo per combattere il traffico di migranti dalla Libia. “Nel 2015 – riporta Credendino parlando ad una riunione congiunta della commissione Libertà civili e della sottocommissione Sicurezza e difesa – circa un milione di persone sono arrivate in Europa, l’82% lungo la rotta orientale e il 16% lungo quella centrale”. Una situazione più o meno simile a quella dell’inizio del 2016: nei primi mesi di quest’anno “circa l’88% dei migranti è arrivato da est e il 12% da sud”.
Da qualche giorno però le cose stanno andando diversamente: “Nelle ultime tre settimane, dopo la chiusura della rotta balcanica – spiega Credendino – le cose sono cambiate”. Detto in cifre: “Il 55% delle persone sono arrivate da sud e il 45% da est”. Un radicale cambiamento di tendenza. Per il comandante di Sofia “è ancora presto per valutare se questo avrà un patto sulla nostra operazione, ma la mia impressione – anticipa – è che l’avrà e che le vecchie rotte riprenderanno”. In particolare, spiega, con la chiusura della rotta dei Balcani, le persone potrebbero cominciare ad arrivare direttamente dalla Libia, dall’Egitto o dal Libano. Cosa che in parte sta già accadendo: “Negli ultimi quindici giorni – riporta Credendino – è ripreso il flusso dall’Egitto” con “sei grosse navi” che sono partite dalle coste del Paese per fare rotta verso l’Europa. Una tendenza su cui “ci aspettiamo un ulteriore aumento in estate”, avverte. Il comandante rivendica intanto l’utilità della missione che ha consentito finora di “salvare più di 12mila vite umane, arrestare 68 trafficanti e neutralizzare 104 imbarcazioni” usate per la tratta.
Frena invece sull’apertura di possibili rotte verso l’Italia il direttore generale di Frontex, Fabrice Leggeri: “Non abbiamo finora indicazioni che ci sia uno spostamento dalla Turchia verso la Libia”, spiega, perché se è vero che c’è un aumento delle partenze dalla Libia verso l’Italia “questo dipende soprattutto da sviluppi interni al continente africano e non da uno spostamento”. L’agenzia europea per il controllo delle frontiere, spiega Leggeri, ha anche “esteso la sua area operativa nell’area adriatica per monitorare gli attraversamenti dall’Albania e dal Montenegro verso l’Italia”, ma “per ora la situazione sembra congelata” e non si sono osservati attraversamenti escluso “qualche caso isolato”.