Bruxelles – Trecentoventicinque migranti rimandati in Turchia, 103 rifugiati siriani reinsediati nell’Unione europea. Sono questi, a poco più di due settimane dalla sua entrata in funzione, i numeri dell’accordo tra Unione europea e Turchia. A renderli noti è la Commissione europea che ha tracciato un primo bilancio del funzionamento del meccanismo per arrestare i flussi di migranti attraverso l’Egeo. “Il primo risultato della nostra collaborazione con la Turchia è che inizia a diffondersi il messaggio secondo il quale rivolgersi ai trafficanti sia la scelta sbagliata”, commenta il vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, secondo cui “nelle ultime tre settimane abbiamo assistito a una forte diminuzione degli arrivi irregolari”. Si tratta dei primi “buoni progressi” ma la Commissione, garantisce il braccio destro di Jean-Claude Juncker, “continuerà ad impegnarsi per garantire la piena e tempestiva esecuzione di tutti gli elementi della dichiarazione”.
Occorrerà prima di tutto aumentare i numeri. A questo scopo la Grecia ha istituito procedure accelerate per il trattamento di tutte le fasi delle procedure delle domande di asilo sulle isole, dai colloqui iniziali ai ricorsi e ha già inviato nelle isole funzionari responsabili dei casi e agenti di polizia in linea con le disposizioni della direttiva sulle procedure d’asilo. Ma occorrerà includere nei rinvii verso la Turchia, anche i richiedenti asilo siriani che per il momento non ne hanno ancora fatto parte. Per l’Europa sarà possibile rimandarli indietro grazie ai cambiamenti legali messi in atto dalla Grecia per includere la Turchia tra i Paesi sicuri, che forniscono un livello sufficiente di protezione. Anche Ankara ha dovuto mettere mano alle leggi, per assicurare protezione ai siriani, cosa che finora non faceva. Ma la Commissione europea sta proseguendo il lavoro per tentare di convincere il governo del premier Ahmet Davutoglu ad assicurare lo stesso trattamento anche ai non siriani.
In cambio dell’aiuto sui migranti, come promesso la Commissione accelera sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi. Il 4 maggio la Commissione presenterà la terza relazione sui progressi compiuti dalla Turchia e, se Ankara adotta le misure necessarie per soddisfare i parametri rimanenti, la Commissione potrebbe proporre di inserire la Turchia nell’elenco dei paesi esenti dall’obbligo del visto già a giugno. La Turchia insiste fortemente su questo aspetto. Gli Stati Ue procedono anche sull’esborso dei tre miliardi promessi ad Ankara. Oltre al miliardo di euro proveniente dal bilancio Ue, 16 Stati membri hanno ad oggi inviato i propri certificati di contributo che coprono 1,61 miliardi di euro.