Bruxelles – “Da Rotterdam a Rotherham”. La parabola di una della squadre più vincenti del calcio inglese è tutta qui, racchiusa in un ironico striscione dal caratteristico humour britannico che lascia però poco spazia al riso, specie se si è un “villain”. Dal tetto del mondo allo scantinato di casa, fossimo in Italia lo striscione avrebbe recitato il verso “dalle stelle alle stalle”. Perché l’Aston Villa, una delle più antiche e importanti squadre d’oltre Manica e d’Europa, passa dalla finale (vinta) di Coppa campioni che fu ai derby locali di serie B che verranno. La sconfitta patita con il Manchester United (0-1) nell’ultimo turno di campionato condanna matematicamente il team delle West Midlans alla retrocessione, cancellando quanto ancora restava del glorioso passato del calcio inglese ed europeo di una volta.
Basta guardare i nomi delle formazioni con cui l’Aston Villa giocherà la prossima stagione per capirlo. Anche se non ancora del tutto salvo e alle prese con la lotta per non cadere in terza divisione, ci sarà molto probabilmente quel Rothernam United di fine parabola bordeaux-celeste, ci sarà senza dubbio il Nottinghan Forrest, altra squadra ad aver fatto la storia del football di sua Maestà vincendo due coppe campioni, per di più consecutivamente. Anche l’Aston Villa ha vinto una coppa campioni, nell’unica finale disputata. Rotterdam 1982: vittoria sul Bayern Monaco ed ecco una squadra ad oscurare per un istante perfino il mito di George Best e la prima coppa campioni del Manchester United quando ancora lo United era lontano dall’essere la squadra che sarebbe poi diventata.
Il Nottingham Forrest esce di scena nel 1997, anno della retrocessione dalla massima serie inglese. Restava solo l’Aston Villa a rappresentare quel poco di calcio dove tutto era possibile, dove il football era ancora per tutti e non solo per i pochi paperoni dei nostri tempi. Se tutto va bene qualcuno, di nome Claudio Ranieri, potrà scrivere una nuova storia analoga se da qui a fine campionato il Leicester condurrà in porto una stagione da capolista solitaria. Ma questa è un’altra storia, che probabilmente verrà raccontata a breve. Nell’attesa l’Inghilterra piange l’Aston Villa, a partire dal premier britannico David Cameron. Lui, “villain” dichiarato, si è detto “distrutto” per il verdetto sportivo, inevitabile a fronte di appena tre vittorie in 34 partite. “Come tutti i tifosi dell’Aston Villa il primo ministro è deluso”, ha ammesso la portavoce di Cameron.
La squadra del primo ministro britannico in crisi, proprio come l’inquilino di Downing street, al centro della scandalo Panama Papers su presunte evasioni fiscali e alle prese con un referendum Brexit per la permanenza in Europa che agita il Paese e il suo partito. Un incrocio dalla tempistica quasi perfetta tra sport e politica, tra questioni che in modo diverso appassionano e tengono col fiato sospeso Regno Unito e resto d’Europa. Per alcuni un presagio a tinte fosche: la caduta dell’Aston Villa nel momento in cui la stella del suo tifoso più noto che non brilla più come una volta. A dimostrazione che l’Aston Villa è qualcosa di più che una semplice squadra di calcio. Tanto che anche Cameron il tifoso si è fermato un attimo. “Si aspetta che la prossima stagione si volti pagina”, dice la portavoce di Downing Street. E’ la prossima stagione calcistica, ben inteso. Perché è vero che il referendum britannico è lì, dietro l’angolo, il 23 giugno. Ma a Birmingham e dintorni c’è chi pensa ad altro. A ripartire, e magari con destinazione Rotterdam per ribaltare la parabola. “Da Rotherham a Rotterdam. Sognando innanzitutto un ritorno in serie A.