Bruxelles – L’Europa è il più grande produttore di dati scientifici in tutto il mondo, ma a causa delle insufficienti e frammentate infrastrutture digitali il potenziale di questi ‘Big Data’ non viene sfruttato al massimo delle sue capacità. La Commissione europea ha lanciato un piano volto a rafforzare l’interconnessione delle infrastrutture di ricerca esistenti, che punta alla creazione di uno European Open Science Cloud che offrirà a 1,7 milioni di ricercatori e 70 milioni di professionisti di scienza e tecnologia un ambiente virtuale per archiviare, condividere e riutilizzare i loro dati a livello interdisciplinare e transfrontaliero. Questo cloud, ovvero uno spazio di archiviazione da remoto accessibile grazie ad internet ovunque ci si trovi, sarà sostenuta da una infrastruttura europea (European Data Infrastructure), che dovrebbe assicurare reti a banda larga, impianti di stoccaggio su larga scala e capacità di super-computer necessari per accedere in modo veloce ai dati memorizzati.
L’obiettivo dell’European Open Science Cloud è “rendere la scienza più efficiente e produttiva permettendo a milioni di ricercatori di condividere i dati delle proprie ricerche in un ambiente sicuro che sia trasversale a tecnologie, discipline e confini”, ha spiegato il commissario alla Ricerca Carlos Moedas. Con questa iniziativa, ha aggiunto il commissario all’Economia digitale, Günther H. Oettinger, “la nostra ambizione è di entrare nella top-tre globale per le performance del computing entro il 2020”.
L’iniziativa europea mira a rendere più facile per ricercatori e innovatori accedere ai dati e riutilizzarli e a ridurre i costi per l’archiviazione dei dati e l’analisi ad alte prestazioni. Sarà portata avanti gradualmente attraverso una serie di azioni. Si inizierà quest’anno con la creazione del cloud europeo. L’anno prossimo poi tutti i dati scientifici generati dai progetti realizzati nel quadro del programma di ricerca e innovazione Orizzonte 2020 saranno trasformati in dati aperti e resi accessibili a tutta la comunità scientifica. Nel 2018 si lancerà un’iniziativa faro volta ad accelerare lo sviluppo della nascente tecnologia quantistica, alla base della prossima generazione di supercomputer e infine entro il 2020 si punterà allo sviluppo e alla diffusione su vasta scala di un’infrastruttura europea per il calcolo ad alte prestazioni, l’archiviazione dei dati e le reti, anche attraverso l’acquisto di due prototipi di supercomputer di prossima generazione, la realizzazione di un centro europeo per i big data e il potenziamento della dorsale di rete per la ricerca e l’innovazione (Géant).
Gli investimenti pubblici e privati necessari per realizzare l’iniziativa europea per il cloud sono stimati a 6,7 miliardi di euro. La Commissione dovrebbe stanziare complessivamente 2 miliardi di euro a titolo di Orizzonte 2020 e poi secondo le stime, su un periodo di cinque anni saranno necessari altri 4,7 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati aggiuntivi.