Bruxelles – La Turchia torna a fare pressione sull’Unione europea perché mantenga gli impegni sui 6 miliardi di finanziamenti per le spese di accoglienza dei profughi siriani e la liberalizzazione dei visti, minacciando di far saltare l’accordo se questo non accadrà. “Resto convinto che, se Dio vuole, avremo l’esenzione dal visto nel mese di giugno”, ma “se questo non accadrà, naturalmente, nessuno potrà aspettarsi che la Turchia aderisca ai suoi impegni” presi con i leader Ue per fermare i flussi dei rifugiati verso la Grecia. Lo ha dichiarato il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, ad Ankara ieri. “La Turchia – ha aggiunto – è un interlocutore serio. Fa quello che ha promesso e non farà concessioni su quello che le è stato promesso”.
Oggi Davutoglu sarà a Strasburgo dove incontrerà il presidente della Commissione, jean-Claude Juncker. Parlando con la stampa prima di partire il premier ha affermato che il piano d’azione comune tra Ue e Turchia “è un impegno reciproco”, e per questo “se l’Ue non può adottare le misure necessarie richieste, naturalmente non si può pretendere che la Turchia adotti le sue”.