Bruxelles – La Commissione europea ha presentato un pacchetto di misure per sostenere la digitalizzazione dell’industria e dei servizi europei e per tentare di stimolare gli investimenti attraverso reti e partenariati strategici. Si tratta solo in parte di nuovi interventi ma il pacchetto è piuttosto un modo per, da una parte, mettere ordine in quanto fatto finora a livello europeo, e dall’altra per armonizzare quanto fatto a livello nazionale. Bruxelles intende accelerare lo sviluppo di norme tecniche comuni in settori come le reti di comunicazione 5G o la cyber-sicurezza, e modernizzare i servizi pubblici. Tra le proposte anche la costruzione di un cloud europeo per condividere i dati delle ricerche scientifiche.
Il pacchetto si indirizzerà in tre ambiti principali di intervento: la digitalizzazione dell’industria, la proposizioni di norme tecniche per incoraggiare l’innovazione digitale e l’incentivazione della digitalizzazione dei servizi pubblici.
Digitalizzazione dell’industria – Secondo Bruxelles i settori tradizionali (come l’edilizia, il settore agro-alimentare, il comparto tessile e la siderurgia) e le Pmi “sono particolarmente indietro per quanto riguarda la trasformazione digitale”, si legge in una nota che cita studi che affermano che la digitalizzazione dei prodotti e dei servizi incrementerà le entrate annuali delle imprese di oltre 110 miliardi di euro nei prossimi cinque anni. Diversi Stati membri hanno già varato strategie per sostenere la digitalizzazione dell’industria “ma è necessario un approccio globale a livello europeo per evitare la frammentazione dei mercati e beneficiare delle evoluzioni del digitale come l’internet delle cose”, afferma la Commissione. L’esecutivo si impegna quindi a contribuire a coordinare le iniziative nazionali e regionali, a incoraggiare il ricorso alle opportunità offerte dal Pino Juncker, a investire 500 milioni di euro in una rete paneuropea di poli di innovazione digitale in cui le imprese potranno ricevere consigli e sperimentare le innovazioni digitali, a definire progetti pilota su larga scala per potenziare l’internet delle cose, ad adottare una normativa adeguata alle esigenze future che faciliti il libero flusso dei dati e chiarisca i diritti di proprietà dei dati generati da sensori e dispositivi intelligenti e infine a presentare un’agenda europea per le competenze che contribuisca a dotare i cittadini delle competenze necessarie per i posti di lavoro nell’era digitale. Secondo Bruxelles nel complesso i piani presentati oggi dovrebbero mobilitare più di 50 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati.
Incoraggiare l’innovazione digitale – Nel mercato unico digitale miliardi di dispositivi connessi (compresi i telefoni, i computer e i sensori) dovrebbero poter comunicare in modo sicuro e senza problemi, indipendentemente dal fabbricante, dai dettagli tecnici o dal paese d’origine. Ma per farlo hanno bisogno di una lingua comune costituita da norme tecniche. La Commissione intende concentrarsi su cinque settori prioritari: 5G, cloud computing, internet delle cose, tecnologie dei dati e cybersicurezza. Bruxelles cofinanzierà anche prove e sperimentazioni di tecnologie per accelerare l’elaborazione delle norme tecniche, anche attraverso partenariati pubblico-privato, per garantire la definizione tempestiva di norme tecniche allo scopo di stimolare l’innovazione e la crescita delle imprese.
Servizi pubblici digitali – “Dato che le imprese mirano a espandersi nel mercato unico, anche i servizi pubblici online dovrebbero rispondere alle esigenze odierne ed essere quindi digitali, aperti e transfrontalieri fin dalla progettazione. L’Unione europea rappresenta il livello giusto per l’era digitale”, ha dichiarato il vicepresidente al Mercato unico digitale, Andrus Ansip. La Commissione propone 20 misure da varare entro la fine del 2017 per: istituire uno sportello digitale unico che permetta agli utenti di ottenere tutte le informazioni, l’assistenza e i servizi a livello transfrontaliero; connettere tra di loro tutti i registri delle imprese e i registri fallimentari e collegarli al portale della giustizia elettronica, che diverrà uno sportello unico; definire un progetto pilota con le amministrazioni per applicare il principio di “una tantum” per le imprese a livello transfrontaliero, grazie al quale le aziende dovranno fornire la documentazione alle autorità pubbliche in un solo paese dell’Unione, anche se opereranno in altri Stati membri; aiutare gli Stati membri a sviluppare servizi di sanità elettronica transfrontalieri come le prescrizioni e le cartelle cliniche elettroniche; e infine accelerare la transizione verso gli appalti elettronici, le firme elettroniche e l’attuazione del principio “una tantum” negli appalti pubblici.