Bruxelles – “L’Unione europea ha perso in parte la sua attrattiva”. Lo ammette il presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker parlando questa mattina davanti all’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa (organizzazione di 47 Paesi che non ha nulla a che vedere con l’Ue).
“Noi non siamo cechi – ha spiegato – e ascoltiamo chi espone il proprio punto di vista”, ha detto il capo dell’esecutivo Ue, rispondendo alle domande dei parlamentari sul prossimo referendum Brexit e su recente referendum olandese sui rapporti commerciali con l’Ucraina. Secondo Juncker negli anni passati “abbiamo interferito in troppi campi che riguardano la vita dei cittadini. Per questo- ha ricordato – questa Commissione ha ritirato ottantatré strumenti normativi”, approvandone solo poco più di venti. “Facciamo meno – ha sostenuto – ma facciamo meglio”.
Il problema, è che “abbiamo regolato troppo, con troppe interferenze nella vita quotidiana dei cittadini – ha spiegato il presidente della Commissione Ue – e abbiamo poco rispettato la sussidiarietà”.
Però, ha ammonito Juncker, attenzione ad allontanarsi dall’Unione, “chi vorrà più Stato e meno Unione europea”, dovrà “affidarsi solo ai propri mezzi”. Mentre invece l’Unione crescerà e sarà “più rispettata nel Mondo”. Anche se abbiamo due problemi di base, dice il lussemburghese: la situazione economica e demografica che sono deboli”. Ma questa “non è l’idea che ho dell’Europa, che deve affermare la sua pressione sulla scacchiera internazionale”. E per fare questo “dobbiamo essere più incisivi sui grandi temi e meno su quelli minori”.
Per quanto riguarda poi l’esito del referendum olandese (comunque non vincolante) Juncker si è detto “rattristato”, ma ha anche aggiunto che ora “non spetta alla Commissione elaborare un piano alternativo, spetta al governo dei Paesi Bassi”.