Bruxelles – L’immigrazione viaggia per posta. Diventano un fiume le lettere che i governi inviano alla Commissione europea e che da Bruxelles partono per le capitali. Le ultime due andranno dalla capitale europea a Vienna e da Roma verso il Belgio, in uno scambio fitto che al momento, almeno sul tema della barriera che l’Austria sta costruendo al confine del Brennero, non sembra portare ad una soluzione.
Dopo che due giorni fa i ministri degli Esteri e degli Interni italiani, Paolo Gentiloni e Algelino Alfano, avevano scritto alla Commissione europea perché prendesse rapidamente posizione sulla questione Brennero, oggi in un’intervista a La Stampa il commissario all’immigrazione Dimitris Avramopoulos ne annuncia una al governo di Vienna, nella quale ha chiesto alla ministra Mikl-Leitner “un testo che spieghi cosa stanno facendo e perché. Lo aspettiamo da un attimo all’altro. Anche noi invieremo una lettera formale”. Per il commissario la questione è urgente, “si deve essere rapidi – afferma -, non c’è un istante da perdere”.
Intanto da Roma, annuncia la Repubblica, sta per partire una missiva che chiederà l’aiuto dell’Unione europea per fermare il flusso di migranti dalla Libia, che l’Italia da sola non può affrontare. Ma il testo andrà oltre, scrive il quotidiano, nel quadro i una sorta di “Immigration Compact”, sulla scia di quel Fiscal Compact con il quale si affrontò la crisi economica. “ora si lavora a una iniziativa organica su tutti gli aspetti del fenomeno migratorio. I tecnici di Palazzo Chigi proprio in queste ore stanno limando la lettera che nei prossimi giorni sarà inviata alle istituzioni europee e agli altri governi del continente”, scrive Repubblica.
Sulla questione dei flussi dalla Libia una prima risposta all’Italia la dà Avramopoulos nella sua intervista a La Stampa: “Se si presentano delle sfide migratorie per Grecia o Italia bisogna rispondere e ragionare in modo europeo. Sono in stretto contatto col ministro Alfano – dice il commissario -. Al momento non ci sono prove che il flusso dei migranti si sposti dalla Grecia all’Italia, anche se gli arrivi alla Libia aumentano. Frontex dice che da metà marzo sono stati oltre diecimila, in prevalenza dall’area subsahariana. L’Italia ha il nostro sostegno e continuerà ad averlo. Siamo pronti ad aumentare la presenza di Frontex sulle coste, se necessario”.