Bruxelles – La ministra dei Trasporti belga Jacqueline Galant sapeva che all’aeroporto di Zaventem c’erano importanti falle nella sicurezza ma non ha preso provvedimenti. Anzi, sino a ieri sera ha negato di essere a conoscenza delle carenze, ma dei documenti giunti nelle redazioni dei giornali belgi l’hanno inchiodata alle sue responsabilità e questa mattina, pressata da giorni anche da parte delle opposizioni, si è dimessa, accusando la stampa di aver “orchestrato la confusione”.
Almeno dal principio dello scorso anno la Commissione europea (che oggi esprime solo un ‘no comment’) aveva informato gli uffici di Galan delle mancanze a Zaventem, ed un rapporto scritto era stato presentato agli uffici del ministro il il 29 giugno scorso. Il 23 marzo 2015, quasi esattamente un anno prima del terribile attentato del 22 marzo scorso, si era già tenuta una prima riunione alla quale avevano partecipato il vice capo di gabinetto di Galant e un consigliere della ministra.
Già dalla fine del 2014 l’amministrazione belga avrebbe chiesto alla ministra di intervenire sul fronte della sicurezza, “senza che lei facesse nulla”, hanno lamentato le opposizioni in parlamento. Ma la stessa accusa viene dal capo dell’amministrazione dei trasporti, Laurent Ledoux.
Il Primo ministro Charles Michel aveva fino a questa mattina sostenuto le posizione della sua ministra, ma ha immediatamente accettato le dimissioni.
In un editoriale su Le Soir di ieri Béatrice Delvaux, piuttosto scoraggiata sulla situazione del suo Paese, raccontava fra l’altro che nel dicembre 015, già prima dell’attentato a Charlie Hebdo, Ledoux (anche lui ora dimissionario) scriveva: ” Si entra a Zaventem come in un mulino, noti jihadisti stazionano lì davanti con dei badge di accesso all’aeroporto…”. Delvaux continua: “Vero? Falso? Comunque possibile? Dovremo saperlo”.