Bruxelles – L’idea che il Regno Unito possa lasciare l’Unione europea spaventa le imprese del continente. La presidente della Confinustria europea BusinessEurope, Emma Marcegaglia, parla di “scenario disastroso” in caso di Brexit. In un’intervista al Sole 24 ore Marcegaglia parla dell’incontro avuto a Downing Street con il premier David Cameron, a cui hanno partecipato anche i direttori generali della Confederation of British industry e le organizzazioni imprenditoriali di Germania, Spagna, Olanda e Francia.
“Non si sta discutendo di euro, deficit di bilancio, accordi commerciali ma del futuro politico di un Paese e di un intero continente”, afferma Marcegaglia che rivela che all’incontro alcuni dei rappresentantii del’impresa hanno fatto capire a Cameron che “senza l’adesione all’Unione europea se ne sarebbero andati” dalla Gran Bretagna. “La Gran Bretagna pagherebbe il prezzo più alto, l’Europa un costo forse insostenibile, il mondo un conto capace di ridare vita agli spettri della recessione. Sarebbe disastroso”, dice.
“Il Fmi è stato chiaro, il rischio è enorme – ricorda Marcegaglia – In caso di Brexit scatterebbe l’articolo 50 per la prima uscita di uno Stato membro dall’Unione. E questo darebbe un segnale di straordinaria fragilità con il timore di disintegrazione del progetto comune”.
Per la leader della Confindustria europea “è chiaro che tanta incertezza innescherebbe altre turbolenze sui mercati con chiari riflessi sull’economia globale che, d’improvviso, si ritroverebbe a fare i conti con nuovi interrogativi sul destino europeo”. Ma anche per la gran Bretagna l’impatto sarebbe forte perché, si è detta convinta Marcegaglia, “per il Regno Unito non c’è alcuna seria alternativa all’Ue”, e deve capire che “non è affatto vero che in un anno o poco più si fa un accordo di libero scambio con l’Europa. Possono essere necessari anche 10 anni”.
In un sondaggio citato dall’Economist tutte le maggiori associazioni industriali inglesi rimangono a favore della permanenza all’interno dell’Ue.