Bruxelles – La Grecia, in coordinamento con l’Unione europea, sta detenendo automaticamente tutti i richiedenti asilo e i migranti che arrivano sulle isole di Lesbo e Chios in condizioni deplorevoli. È la denuncia lanciata dall’associazione Human Rights Watch, secondo cui al trattamento, a cui sono sottoposte circa 4mila persone, non sfuggono nemmeno bambini, donne incinta e persone disabili. Una detenzione a tappeto ingiustificata vista la possibilità di opzioni più restrittive, lamenta Human Rights Watch, secondo cui le due strutture chiuse dovrebbero essere convertite in campi aperti, con servizi appropriati a persone che fuggono da guerra, persecuzioni e violazioni dei diritti umani.
“La politica europea portata avanti dalla Grecia ha rinchiuso famiglie e altre persone che sono scappate da orrori come la paura dell’Isis, la minaccia talebana o le bombe del governo siriano”, denuncia Eva Cossé, specialista di Diritti umani di Human Rights Watch. “Quando le alternative alla detenzione esistono, come sulle isole greche – continua – non c’è giustificazione legale o morale per tenere richiedenti asilo o migranti dietro le sbarre”.
La denuncia dell’associazione arriva dopo una visita a Lesbo e Chios dal 3 al 9 aprile scorsi. In questa circostanza Human Rights Watch denuncia di avere potuto vedere, nei campi chiusi custoditi dalla polizia su entrambe le isole, una vasta gamma di persone con bisogni particolari, come bambini, donne incinta, minori non accompagnati o persone con disabilità fisiche e mentali, detenute senza il necessario accesso a cure mediche, servizi igienici o aiuto legale.
Secondo l’associazione i campi, che inizialmente erano centri aperti, sono stati convertiti in centri di detenzione dei migranti a partire dal 20 marzo, quando è entrato in funzione l’accordo stretto tra Unione europea e Turchia per rimandare indietro i migranti sbarcati sulle isole greche. Da allora, secondo Human Rights Watch, i richiedenti asilo e i migranti sono detenuti dalle autorità greche con l’aiuto di Frontex e non hanno il permesso di lasciare i campi.
“La detenzione di migranti e richiedenti asilo è una possibilità che esiste nella legislazione europea”, sottolinea la portavoce della Commissione europea per l’Immigrazione, Tove Ernst, secondo cui però “deve essere usata solo in modo molto restrittivo” ad esempio per evitare che un migrante “scappi alla procedura”. L’esecutivo comunitario, assicura la portavoce “segue da molto vicino la situazione delle condizioni di ricezione sulle isole greche e lavora con le autorità greche”.