Bene l’attenzione sul flusso di migranti in arrivo dalla Turchia, ma “dobbiamo ricordare che la rotta dei Balcani non è la sola e che ci sono altri Paesi, non solo la Grecia e la Bulgaria, che si aspettano il nostro aiuto”. A sottolinearlo è il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, che parlando davanti alla Plenaria del Parlamento europeo dell’accordo stretto con Ankara per rimandare indietro i migranti sbarcati in Grecia , richiama l’attenzione anche sulla situazione di Italia e Malta. “Penso alla rotta del Mediterraneo centrale”, chiarisce Tusk, secondo cui “il numero di possibili migranti in Libia è allarmante”. Per questo, dice, “dobbiamo essere pronti ad aiutare Malta e l’Italia se lo richiederanno”.
Ma l’eventuale aiuto nei confronti del nostro Paese, chiarisce il presidente del Consiglio europeo, non può passare da un accordo simile a quello che l’Unione europea ha stretto con la Turchia, ipotesi sostenuta invece dal premier italiano, Matteo Renzi, secondo cui l’accordo con Ankara deve costituire “un precedente” per azioni simili nei confronti dei Paesi del Mediterraneo. “Non sarà possibile semplicemente copiare la soluzione presa per i Balcani perché la Libia non è la Turchia”, chiarisce Tusk.
L’azione nei confronti di Italia e Malta, dovrà comunque essere rapida e preventiva. “Sui Balcani abbiamo agito con troppo ritardo”, ammette Tusk, secondo cui anche questo “ha portato alla chiusura temporanea dei confini interni”. Cosa che sulla possibile rotta del Mediterraneo centrale non deve accadere: “La nostra piena cooperazione con Italia e Malta oggi – chiarisce il presidente del Consiglio europeo – è la condizione per evitare questo scenario in futuro”.