Le conseguenze della Brexit
Secondo il Chief Economist dell’IMF, “il referendum di giugno ha già creato incertezza per gli investitori; una Brexit potrebbe creare gravi danni a livello regionale e globale, perturbando le realzioni commerciali esistenti.” Il Guardian ci ricorda, fra le altre cose, che le previsioni di crescita IMF per il Regno Unito erano del 2,2% per il 2016, e che ora le stesse sono scese al 1,9%.
Hug me if you can
Katrin Lock, cittadina tedesca residente in UK, ha lanciato una sua personalissima campagna contro un’eventuale Brexit sui social media: abbracciare un Britannico e mostrare cosa ci piace del Regno Unito e dei suoi abitanti attraverso tweet, messaggi FB o commenti al sito.
The biggest “verlierer”?
Chi perderebbe di più da una eventuale Brexit? Surprise, surprise, secondo il Washington Post una delle nazioni più colpite sarebbe la Germania: secondo Schäuble ed altri policymaker tedeschi di alto profilo, l’uscita dall’Unione sarebbe disastrosa non solo per il Regno Unito ma anche per la Germania e la sua visione di una “Europa Integrata” – che Berlino cerca infaticabile di creare in modo duraturo da anni.
I migranti e l’Italia: la non-accoglienza
Secondo una stima di Medici Senza Frontiere pubblicata su Repubblica, “almeno 10mila rifugiati vivono oggi nelle degradanti condizioni degli insediamenti informali. Negli ultimi anni il sistema nazionale di accoglienza per richiedenti asilo non è riuscito a far fronte con le sue strutture ordinarie di prima e seconda accoglienza all’incremento delle richieste di protezione internazionale presentate al nostro paese.”
I migranti e Calais: la giungla dei minorenni
I migranti minorenni e non accompagnati che si trovano a Calais non sono solo nella ‘Giungla’ ma anche in un limbo politico e legale: tanti, troppi di loro stanno “semplicemente sparendo” – e rischiano di essere travolti dal traffico di essere umani, dalla criminalità organizzata, dal giro della prostituzione: secondo dati riportati dal Guardian, circa 10.000 minori sono scomparsi dopo il loro arrivo in Europa nel giro di due anni.
Generation what?
Libération ci parla di una ricerca effettuata in 12 paesi, 9 lingue, 149 domande e 210.000 giovani coinvolti: la fascia di età analizzata è stata quella fra i 18 e i 34 anni, e i partecipanti hanno risposto a domande sulla loro idea di Unione Europea, crisi economica, amore, sicurezza nucleare…offrendo poi la possibilità di partecipare all’inchiesta (il link per vedere i risultati per l’Italia è questo).
Le prime pagine di oggi
A cura di Sarah Tuggey