Bruxelles – Il governo italiano chiede che la Commissione europea intervenga “con estrema urgenza” in merito alla barriera che l’Austria ha iniziato a costruire al Brennero per evitare l’ingresso di migranti dall’Italia. Lo fa attraverso una lettera, inviata dai ministri dell’Interno, Angelino Alfano e degli Esteri, Paolo Gentiloni, al commissario europeo per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos a cui si chiede di agire per salvaguardare “i valori fondamentali dell’Unione”. “Le misure annunciate – scrivono i ministri – inducono a chiedere con estrema urgenza la verifica da parte della Commissione della loro compatibilità con le regole del Codice Frontiere Schengen e con i principi generali di necessità, proporzionalità e leale cooperazione”.
Secondo Roma, la barriera non è né necessaria né tantomeno costituisce una misura proporzionale. “Sotto il profilo della necessità, la decisione dell’Austria di ripristinare i controlli interni con l’Italia non appare suffragata da elementi fattuali”, scrivono i ministri, ricordando che il governo austriaco “non offre alcun dato numerico circa il presunto incremento dei flussi migratori (secondari) dall’Italia”. Anzi, le cifre disponibili indicano piuttosto movimenti nel senso inverso: “Dal 1° gennaio al 10 aprile 2016 – ricordano Alfano e Gentiloni – tali movimenti sono stati registrati soprattutto dall’Austria verso l’Italia (2722 cittadini stranieri rintracciati dalla Polizia di frontiera italiana al confine e provenienti dall’Austria a fronte di 179 nello stesso periodo del 2015)”. A suffragare la tesi anche le cifre sulle riammissioni tra i due Stati: “674 riammissioni dall’Italia all’Austria a fronte di 179 dall’Austria verso l’Italia”, fanno i conti i ministri di Interno ed Esteri,
Per quanto riguarda la proporzionalità poi, il Codice Frontiere Schengen prevede che i controlli alle frontiere esterne possano essere ripristinati come extrema ratio in caso di minaccia “grave” all’ordine pubblico o alla sicurezza interna, ricordano i due, secondo cui nel caso dell’Austria, “la reintroduzione di controlli e/o di barriere tecniche non può in alcun modo essere considerata proporzionata”. E questo anche perché esiste tra i due Stati una “intensa attività di cooperazione” che “si traduce tra l’altro in pattugliamenti congiunti ai posti di valico e sulle principali tratte stradali e ferroviarie”. Tra Italia e Austria, scrivono ancora Alfano e Gentiloni, è operativo un accordo di riammissione firmato a Vienna il 7 ottobre 1997, che consente l’immediata riammissione di migranti che siano rintracciati in posizione irregolare in uno dei due Stati Membri entro i dieci chilometri dalla linea di confine comune,laddove se ne accerti la provenienza dall’altro Stato Membro contraente”. Tutti elementi che si chiede alla Commissione di prendere in considerazione “al fine di verificare l’autonoma violazione del principio di leale cooperazione”. L’Italia denuncia infine che la misura potrebbe avere un “impatto sul settore dei trasporti e sulla libera circolazione delle merci”.