Bruxelles – Il sistema di asilo europeo, fondato sul regolamento di Dublino, ha fallito e deve essere riformato. A chiederlo è il Parlamento europeo che ha approvato con 459 voti favorevoli, 206 voti contrari e 52 astensioni, una risoluzione non legislativa che chiede l’istituzione di un sistema centralizzato per la raccolta e l’assegnazione delle domande di asilo. Lo schema, che potrebbe includere una quota per ogni Stato membro dell’Ue, secondo i deputati dovrebbe funzionare sulla base di “punti di crisi” (hotspot), a partire dai quali dovrebbe aver luogo la distribuzione all’interno dell’Unione.
La votazione, seppur non vincolante, è un segnale importante a una settimana dalla pubblicazione della proposta della Commissione europea sulla modifica delle regolamento che assegna al Paese di primo approdo la responsabilità di trattare una domanda di asilo. L’esecutivo comunitario ha avanzato due proposte, una più moderata e una più ambiziosa. La prima prevede una redistribuzione delle domande di asilo solo in casi di emergenza, la seconda su base permanente. Ed è proprio a quest’ultima che l’Aula di Strasburgo di fatto da il suo endorsement.
“Con il rapporto approvato oggi decretiamo la fine del regolamento di Dublino e andiamo verso un sistema europeo comune di asilo”, ha affermato l’europarlamentare Cécile Kyenge (S&D/Pd) relatrice con Roberta Metsola (Ppe) della relazione. Per Kyenge “l’immigrazione non va combattuta ma gestita”, e in questo senso, dice, “la nostra proposta è chiara: andare al di là del concetto dello Stato di primo approdo”, secondo cui è il Paese in cui arriva un migrante che deve farsi carico della sua domanda di asilo. I deputati, ha continuato l’esponente del Pd, propongono “di istituire un sistema centrale e collettivo per l’assegnazione delle responsabilità. Un sistema che potrebbe essere concepito stabilendo delle soglie per singolo Stato membro relative al numero degli arrivi”, e grazie al quale “non si presenterà più una domanda di asilo in Italia o in Grecia, ma in Europa”.
Nel rapporto, il Parlamento Europeo insiste anche sulla necessità di un meccanismo vincolante e obbligatorio di reinsediamento di un numero considerevole di richiedenti asilo direttamente dai campi profughi dei Paesi Terzi verso gli Stati membri, i cosiddetti “corridoi umanitari”. Nel documento approvato, si chiede agli Stati di far fronte ai propri obblighi per quanto riguarda le misure di ricollocamento urgenti, evidenziando che fino ad oggi solo una minima parte dei 160mila richiedenti asilo presenti in Italia e in Grecia è stata ricollocata in altri Paesi Ue.
“Non esiste alcuna soluzione rapida per la migrazione, nessuna bacchetta magica. Non abbiamo bisogno di più soluzioni di emergenza, ma di un approccio sostenibile per il futuro”, ha dichiarato Metsola durante il dibattito in Plenaria.