“Esistono e sono sempre esistite le piccole lingue e i piccoli popoli, come ci sono le banconote di taglio diverso”. Queste parole del premio Nobel iugoslavo Ivo Andric, dicono tutto quel che c’è da dire sul muro che l’Austria vuole innalzare al Brennero e su tutti gli altri muri che i piccoli tagli dell’Unione europea stanno erigendo alle loro frontiere come nelle coscienze dei loro popoli.
La Polonia di Beata Szydlo e di Jaroslaw Kaczynski ha per ora congelato la legge che avrebbe vietato l’aborto, ma l’assedio ai diritti delle donne e delle minoranze, così come le minacce alla libertà di stampa e allo stato di diritto continuano qui come in Ungheria, assieme all’indifferenza per la tragedia dei migranti e alla totale mancanza di solidarietà europea, come in Slovacchia e in altri paesi spiccioli che pure fruiscono generosamente di finanziamenti UE.
Portando il pensiero di Andric alle sue estreme ma logiche conseguenze, esso vale a dire che come servono quattro banconote da cinque euro per farne una da venti, allo stesso modo servono più paesi piccoli per farne uno grande. Inevitabilmente, seguendo quest’ottica, ci sono paesi con cui non si compra niente, paesi che si danno di resto, paesi che vanno bene solo per la mancia, altri che valgono un’elemosina. Che un grande scrittore e pensatore come Ivo Andric, in tempi non sospetti, avesse individuato una gerarchia di valore delle nazioni europee deve farci riflettere e spingerci a considerare che non è poi un tabù riconoscere la grandezza degli uni e la piccolezza degli altri ed avere il coraggio di denunciarla.
Un grande progetto politico continentale non può essere preso in ostaggio da primi ministri che hanno una visione da assessori comunali, preoccupati solo delle quattro valli in cui si esercita il loro potere di valvassini. Un potere che del resto non esisterebbe al di fuori della cornice dell’Unione europea e sarebbe spazzato via, assieme ai suoi patetici muri di filo spinato, da ben altre catastrofi che una torma di disperati in fuga dalla guerra. Alla meschinità di questi paesi bisognerebbe rispondere con durezza o almeno con l’ironia, che è sempre l’unica vera arma contro il ridicolo. Diciamolo allora agli scartini d’Europa che chi si chiude dentro deve però accettare anche di essere chiuso fuori. Vedremo allora quanti austriaci, slovacchi e ungheresi cercheranno di scavalcare le loro reti quest’estate per venire al mare da noi. Accogliamoli con i lacrimogeni e i manganelli, ricambiamoli con il loro piccolo taglio, buttiamogli in faccia di là dalla rete il misero spicciolo che sono.