Bruxelles – Nell’ultimo mese dovevano essere ricollocate almeno 6mila persone, ne sono state trasferite in tutto 208. Nonostante gli appelli ripetuti senza sosta, continuano ad essere disastrosi i risultati dello schema di trasferimeti di migranti da Italia e Grecia messo in piedi dalla Commissione europea per alleggerire i Paesi di frontiera. È lo stesso esecutivo comunitario ad ammetterlo, presentando il secondo report sull’attuazione delle misure di relocation e resettlement. Circa un mese fa, lo scorso 16 marzo, l’esecutivo comunitario aveva fissato un nuovo target per tentare di dare nuovo slancio ai ricollocamenti di migranti che si trascinavano a rilento dalla scorso settembre: almeno 6mila persone al mese, si era deciso. Eppure da allora ad oggi le persone trasferite sono state appena 208. Guardando le cifre nel complesso, la situazione è ancora più imbarazzante. Dal lancio dello schema di relocation, nel settembre 2015, in tutto sono stati ricollocati da Grecia e Italia 1.145 migranti, meno della metà di quello che secondo la Commissione si dovrebbe fare un un mese. 530 persone sono state trasferite dall’Italia, 615 dalla Grecia. L’obiettivo, sempre più lontano, rimane quello di trasferire 160mila persone entro settembre 2017.
A partecipare agli sforzi sui ricollocamenti sono appena una manciata di Stati membri, mentre diverse capitali non hanno ancora dato il via libera all’accoglienza nemmeno di un singolo migrante. Eppure in Grecia, sarebbero già pronte per essere ricollocate, secondo i dati della Commissione, tra le 35 mila e le 40mila persone. Per questo il commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos chiede di “incrementare drasticamente” le relocation da Italia e Grecia, per “migliorare la drammatica situazione umanitaria in Grecia” ma anche per “prevenire il deterioramento della situazione in Italia, dove i flussi di migranti stanno aumentando”.
Un po’ meglio vanno le cose sul fronte resettlement, i reinsediamenti di migranti direttamente dai campi profughi nei Paesi terzi, complice anche il piano di azione congiunto con la Turchia che lega i reinsediamenti dalla penisola anatolica ai ritorni di migranti dalla Grecia verso la Turchia, a cui tanto l’Ue tiene. Dal lancio dello schema di reinsediamenti, lo scorso 20 luglio, sono state reinsediate in Europa 5.677 persone. Proprio a seguito dell’accordo Ue-Turchia, i restanti 16.800 reinsediamenti previsti dal piano, dovrebbero avere luogo a partire da Ankara, nonostante inizialmente fosse previsto uno spettro più ampio di possibilità, per alleggerire anche Paesi come il Libano o la Giordania. L’accordo con la Turchia prevede uno schema uno ad uno, per cui per ogni siriano riaccolto in Turchia dalla Grecia, uno ne sarà trasferito in uno Stato Ue. Fino ad ora, in Europa sono stati accolti 37 siriani in Germania, 11 in Finlandia e 31 nei Paesi Bassi.
“Gli Stati membri devono velocizzare e aumentare anche gli sforzi sui resettlement”, chiede Avramopoulos, secondo cui “per chiudere efficacemente la porta delle rotte di immigrazione irregolare e pericolosa, dobbiamo aprire rotte sicure e legali verso l’Europa per le persone che hanno bisogno di protezione internazionale”. E la necessità di velocizzare la pratica, ricorda il commissario, è diventata “anche più urgente” con l’accordo Ue-Turchia.