Bruxelles – Qualche passo avanti c’è stato, ma molto resta da fare. La Commissione europea non è ancora soddisfatta di come la Grecia sta cercando di rimediare alle “gravi carenze” riscontrate nella gestione dei confini esterni del Paese, carenze che hanno in parte contribuito alla chiusura a catena delle frontiere da parte degli altri Stati Ue. Come previsto dal Meccanismo di valutazione Schengen, l’Ue ha concesso alla Grecia novanta giorni di tempo per mettere in sicurezza i propri confini prima di fare scattare l’articolo 26 del Codice frontiere Schengen, quello che consentirebbe agli altri Stati Ue di chiudere le frontiere e sospendere Schengen fino ad un massimo di due anni. Oggi, a un mese soltanto dalla fine del periodo concesso, l’esecutivo comunitario ha adottato una valutazione del piano d’azione greco, che dipinge un quadro non disastroso ma nemmeno roseo.
Secondo la Commissione sono stati fatti significativi progressi ma il piano di azione di Atene necessita ancora di altri miglioramenti per potere davvero risolvere le carenze individuate. In particolare, il piano greco chiarisce come rinforzare lo staff necessario per le procedure di registrazione dei migranti, rendere disponibili più sistemazioni per i nuovi arrivati, potenziare i sistemi informativi e creare un efficace sistema di sorveglianza costiera. Eppure mancano dettagli su altre azioni che la Commissione europea reputa indispensabili. Le preoccupazioni riguardano nello specifico la mancanza di un orizzonte temporale dettagliato per il completamento delle azioni, la mancanza di informazioni sulle autorità responsabili per l’attuazione delle raccomandazioni e la necessità di prevedere come sfruttare al meglio i finanziamenti ricevuti dall’Unione europea. Elementi che la Commissione chiede alla Grecia di presentare entro il 26 aprile.
“Accolgo con favore i continui sforzi delle autorità greche, che supportiamo, per migliorare la situazione”, commenta il commissario Ue all’immigrazione, Dimitris Avramopoulos, aggiungendo però: “Devo sottolineare che tutte le raccomandazioni del Consiglio e della Commissione devono essere soddisfatte per fare fronte alla pressione senza precedenti ai confini esterni dell’Europa”. Per la Commissione, ricorda, il commissario, “l’obiettivo è salvaguardare e rafforzare Schengen”.