Bruxelles – La polizia della Ex repubblica jugoslava di Macedonia ieri ha lanciato gas lacrimogeni e granate assordanti su centinaia di migranti della tendopoli di Idomeni, in Grecia, mentre cercavano di superare le barriere poste da settimane al confine verso la cosiddetta ‘rotta dei Balcani’, la rotta che conduceva al nord Europa. Un fatto, definito da Atene “pericoloso e deplorevole”, e che è stato condannato anche dall’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, l’Unhcr.
“Le scene a cui abbiamo assistito, e il lancio di gas lacrimogeni, sono motivo di grande preoccupazione”, e “dovrebbe esserlo per tutti coloro che sono preoccupati per la risposta dell’Europa alla crisi dei rifugiati e dei migranti”, ha affermato il portavoce dell’Unhcr, Adrian Edwards. “Più volte nel corso degli ultimi mesi – ha aggiunto – abbiamo visto il manifestarsi di tensione in varie frontiere europee, tra le forze di sicurezza da un lato e le persone in fuga da guerre e in cerca di aiuto, dall’altro”, in scontri in cui “le persone vengono ferite, le proprietà vengono danneggiate”, facendo “del male alla percezione dei rifugiati e all’immagine stessa dell’Europa”, e così “ognuno perde”.
“Non dobbiamo dimenticare i tanti altri rifugiati e migranti che continuano a risentire della situazione, in particolare i quasi 46mila arrivati in Grecia prima che l’accordo (con la Turchia, ndr) entrasse in vigore”, soprattutto nel campo di Idomeni dove “circa 11mila persone sono state costrette a dormire per molte settimane all’aperto e in in condizioni tristi, alimentando la disperazione”, ha affermato il portavoce.
L’agenzia per i rifugiati dell’Onu, insieme al governo greco e a diverse Ong, si occupa di fornire ai migranti di Idomeni cibo, assistenza sanitaria nonché di lottare contro gli episodi di violenza di genere. Ma è necessaria una soluzione definitiva per queste persone, che in gran parte attendono un ricollocamento in un altro Paese membro dell’Ue. “Servono azioni, la violenza è sbagliata in qualsiasi circostanza”, e per questo l’Unhcr da un lato si augura che l’Europa “compia i giusti passi”, e dall’altro si dice pronta a sostenere il governo greco “ad adempire ulteriormente ai suoi obblighi nei confronti dei rifugiati”, ha concluso Edwards.