Bruxelles – Dopo avere resistito alle pressioni per settimane, si è arreso e ha deciso di fare un passo indietro il premier dell’Ucraina, Arsenij Yatseniuk. Le dimissioni del capo del governo di Kiev, arrivato al potere dopo la rivolta di Maidan, chiudono il duello istituzionale in corso con il presidente Petro Poroshenko, che già da febbraio aveva chiesto al governo di rassegnare le dimissioni. “Non possiamo permettere la destabilizzazione del potere esecutivo durante una guerra”, ha dichiarato Yatseniuk parlando alla nazione in un discorso televisivo, annunciando che le sue dimissioni saranno presentate ufficialmente in Parlamento domani.
“La crisi politica in Ucraina è stata scatenata artificialmente”, ha denunciato Yatseniuk, secondo cui “la volontà di scalzare una persona ha accecato i politici e paralizzato il loro desiderio di cambiamento reale nel Paese”. Nel suo discorso il premier ha accusato “i promotori di questa crisi” che “sono ostaggio delle circostanze, e hanno preso tutti in ostaggio: il governo, la società, il Paese”. Nonostante il tentativo Yatseniuk non ha potuto resistere oltre al governo, con una popolarità scesa, secondo i sondaggi, sotto l’1% dopo le misure di austerità imposte e dopo le accuse di corruzione dilagante lanciate dal dimissionario ministro delle Finanze. A causa dei problemi di corruzione in Ucraina, anche il Fondo Monetario Internazionale aveva bloccato il programma di prestiti al Paese. A febbraio, nonostante il Parlamento avesse definito il lavoro del premier insoddisfacente, il capo del governo ha comunque resistito ad un voto di sfiducia, rimanendo al governo pur avendo perso la maggioranza con l’uscita di due partiti dalla sua coalizione.
Poroshenko si è subito espresso in favore di un rapido passaggio di consegne, sottolineando che “è impossibile tollerare l’anarchia” e assicurando che già “martedì sarà formata la nuova coalizione e ci sarà un nuovo primo primo ministro”. Al posto di Yatseniuk dovrebbe essere designato, con ogni probabilità, Volodymyr Groisman, attuale speaker del Parlamento. A sostenerlo, una nuova maggioranza, ancora però da tutta definire. Groisman avrà il sostegno pieno del Blocco Poroshenko, del Fronte Popolare e di vari deputati indipendenti. Resta invece da vedere se gli ex partiti di governo, da Patria di Yulia Tymoshenko a Samopomich di Andrei Sadovy, appoggeranno il nuovo gabinetto. Non lo farà di sicuro il Blocco d’opposizione, che ha già alzato la voce chiedendo elezioni anticipate.
Quello politico non è l’unico fronte di forte instabilità in Ucraina. La situazione rimane fortemente critica anche sul fronte degli scontri armati nell’Est tra separatisti ed esercito di Kiev che stanno riprendendo con crescente intensità nonostante il cessate il fuoco che dovrebbe essere in atto. “L’aumento significativo delle violazioni del cessate il fuoco nella regione di Donesk rappresenta un livello di violenza senza precedenti da quando le parti si sono ri-impegnate nel cessate il fuoco nel 2015”, ha sottolineato la portavoce dell’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue, Federica Mogherini, chiedendo “a tutte le parti di compiere passi per arrivare ad una normalizzazione della situazione e di rispettare pienamente gli impegni presi”. Per l’Alto rappresentante, “un cessate il fuoco sostenibile è urgentemente necessario, non da ultimo per garantire finalmente un progresso nell’attuazione degli obblighi politici derivanti dagli accordi di Minsk”.