La tempesta perfetta / 1
Secondo Natalie Nougayrède, nuvole nere si ammassano all’orizzonte europeo per quanto riguarda una possibile Brexit: il referendum olandese, il dramma migranti, la debolezza dei leader europei e il caso dei Panama Papers che ha travolto Cameron. Segnali che fanno pensare ad una sconfitta del fronte pro-europa. Eppure, sembra non importare a nessuno, fa notare l’editorialista del Guardian.
La tempesta perfetta / 2
Anche Joaquín Almunia su El Pais sottolinea il momento difficile dell’Unione, attualmente reso peggiore dall’incertezza che incombe sul Regno Unito e una possibile Brexit, che avrebbe ripercussioni non solo in UK ma anche (soprattutto?) sull’intera UE, già in difficoltà e affetta da quella che si può definire una crisi ‘globale’, economica, sociale e politica.
Un accordo perfetto. Per fallire.
L’accordo recentemente stretto fra Unione Europea e Turchia sta già mostrando le prime pecche, sia in ambito logistico sia in quello legale, ci ricorda lo Spiegel. Non bastano pochi giorni per definire se l’accordo avrà successo, ovviamente, ma i segnali non sono incoraggianti: le richieste di asilo in Grecia sono aumentate (non per volontà iniziale dei migranti, che vorrebbero raggiungere altre nazioni, ma per evitare la deportazione automatica), la “deportazione” dei migranti siriani darà il via a infinite battaglie legali, e la Grecia ha troppo poco personale per occuparsi in modo rapido ed efficiente di tutto. Good luck with that.
Idomeni, pioggia di lacrimogeni
Come riportato da Le Monde, la polizia macedone nella giornata di ieri ha lanciato una pioggia di lacrimogeni sul campo migranti di Idomeni, in Grecia, per disperdere circa 500 migranti che chiedevano la riapertura della frontiera greco-macedone. L’accordo fra UE e Turchia, che ha anche chiuso la rotta dei Balcani, è già stato fortemente criticato dalle associazioni umanitarie in prima linea ogni giorno per l’assistenza alle migliaia di migranti bloccati in questo limbo.
La strada verso la Jihad
Secondo Lorenzo Vidino su La Stampa, i giovani attentatori di Bruxelles e Parigi si sono fatti attirare nella jihad perché “tutti paiono alla ricerca qualcosa: un ideale, un senso di appartenenza, un’avventura. (…) Cercano tutti dei valori o una ragione per la quale combattere, una causa per la quale poter morire. La mancata integrazione e la vita in un quartiere malfamato posso aiutare a creare questa disillusione, ma da soli non offrono una spiegazione concreta per illustrare un fenomeno così complesso come la radicalizzazione.”