Roma – In attesa che la Commissione europea si esprima sulla Legge di stabilità 2016, decidendo se concedere la flessibilità richiesta dall’Italia, il governo ha annunciato di volersene avvalere anche per il 2017. È stato il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, a spiegarlo nel corso della conferenza stampa per la presentazione del Def varato oggi dal Consiglio dei ministri.
Un Documento di Economia e finanzia che, rispetto alle stime fatte in autunno, abbassa dall’1,6% all’1,2% le attese di crescita del Pil per il 2016. Una revisione che, secondo Padoan, è frutto di un rallentamento dell’economia globale e dei bassissimi tassi di inflazione registrati in Europa.
Per il 2017 è prevista una crescita dell’1,4% e dell’1,5% nel 2018. Il rapporto tra deficit/Pil si attesta scenderà dal 2,6% dello scorso anno al 2,3% nell’anno in corso, e nel 2017 sarà all’1,8% invece che all’1,1% indicato nelle stime precedenti. Anche il debito pubblico seguirà la stessa dinamica di riduzione, passando dal 132,7% del Pil nel 2015 al 132,4% nel 2016, anche qui una riduzione inferiore rispetto a quanto indicato lo scorso autunno (131,4%).
Riguardo alla flessibilità, “la storia che l’Italia chieda troppo”, ha tuonato il numero uno di Via XX Settembre, “è semplicemente sbagliata”. È vero che, come più volte hanno sottolineato diversi membri dell’esecutivo comunitario, “l’Italia ha ottenuto più di altri”, ma questo perché, ha sottolineato Padoan, il nostro Paese “è in linea con i requisiti necessari in termini di investimenti e riforme”, e “ha i conti pubblici in regola” per ottenerla, la flessibilità. Dunque, ha aggiunto il titolare dell’Economia, “siamo assolutamente tranquilli”.
Inoltre, ha proseguito, “le discussioni continue con la Commissione europea ci fanno ritenere” che anche il quadro presentato per il 2017 sia “compatibile con il pieno utilizzo” dei margini di manovra previsti nelle regole di bilancio. Margini che appunto verranno utilizzati dall’esecutivo per far attestare il deficit all’1,8% del Pil invece che all’1,1% promesso lo scorso anno.
Avendo già chiesto di fare ricorso nel 2016 alle clausole per riforme e investimenti, l’Italia non potrà utilizzarle anche per il prossimo anno. Ciononostante, Padoan è convinto di poter ottenere l’ok di Bruxelles giustificando la nuova richiesta di flessibilità con la clausola che contempla le “condizioni eccezionali” che, a suo avviso, si sono “determinate per la scarsa crescita dell’economia globale e dell’inflazione”.