Roma – Sarà una riunione importante quella del Consiglio dei ministri fissata per le 18 di oggi pomeriggio. All’ordine del giorno – anche se, come spesso accade, Palazzo Chigi si riserva di renderlo noto all’ultimo momento – ci sarà con ogni probabilità il varo del Def, il Documento di economia e finanza con le stime di crescita e l’indicazione dei programmi economici del governo che servirà da base sulla quale disegnare, in autunno, la prossima legge di stabilità.
Secondo quanto anticipato dal quotidiano La Repubblica, il testo messo a punto dal ministro delle Finanze, Pier Carlo Padoan, abbassa le stime di crescita indicate nell’ultima nota di aggiornamento dello scorso anno. L’1,6% di crescita del Pil che era stato messo in preventivo per il 2016 diventa un più modesto 1,3%, mentre nel 2017 la crescita si attesterà all’1,4%. Il rapporto deficit/Pil si fermerà all’1,1%, ma se con la prossima legge di stabilità il governo dovesse disinnescare le clausole di salvaguardia, già rinviate con la scorsa finanziaria, allora il deficit balzerebbe all’1,8% del Pil.
Su quest’ultima possibilità, sempre secondo quanto riportato dal quotidiano di Mario Calabresi, l’esecutivo avrebbe già raggiunto un accordo con Bruxelles “dopo un braccio di ferro di mesi e i ripetuti no” della Commissione europea. L’intesa prevedrebbe il via libera dell’Ue per chiudere il 2016 con un rapporto deficit/Pil al 2,3%, una manovra da 19 miliardi da varare a fine anno, con la concessione di ulteriore flessibilità per il 2017. Flessibilità quantificata nello 0,7% del Pil, pari a circa 11 miliardi di euro, e accordata non in virtù di riforme e investimenti – l’Italia ha già fatto ricorso a queste clausole per il 2016 e non è possibile usufruirne per due anni consecutivi – ma grazie alla clausola sulle circostanze eccezionali, che potrebbero riguardare le spese straordinarie per l’accoglienza dei migranti e la sicurezza.