Roma – “L’Italia ha l’obiettivo, da qui al 2020, di portare al 100% la copertura per le connessioni a 30Mps (Megabit per secondo) e al 50% quella per le connessioni a 100Mps”. Parola deI presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che oggi a Palazzo Chigi ha illustrato i piani dell’esecutivo per far raggiungere al nostro Paese i target europei dell’agenda digitale. Piani che contano su “un fondo dello Stato con 4,9 miliardi di euro”, ha spiegato il premier, e nei quali rientra il progetto di Enel per portare la fibra ottica In 224 città in tre anni.
“Si parte da Perugia, dove i primi abbonamenti saranno disponibili a maggio” prossimo, ha garantito Renzi. Il Capoluogo umbro, infatti rientra nelle prime cinque città pilota, insieme con Bari, Cagliari, Catania e Venezia, dove l’azienda dell’energia sfrutterà le stesse condutture della rete elettrica per far passare i cavi in fibra della banda ultralarga. Una soluzione che consente di risparmiare tempo e costi rispetto a progetti che implicherebbero lavori ben più complessi per lo scavo di nuove condutture.
“Noi poseremo i cavi e li porteremo fino alle case, alla aziende e alle fabbriche degli italiani, gestendo la manutenzione”, ha precisato l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace. Il manager ha però sottolineato che l’azienda non intende porsi “come operatore telefonico, ma ci metteremo a disposizione degli altri operatori presenti in Italia”. A questo proposito, Enel ha già un accordo con gli operatori Vodafone e Wind, “ma siamo aperti a tutti”, ha assicurato Starace. Saranno questi provider della telefonia ad acquistare la capacità di banda della rete Enel per poi fornire agli utenti, business e consumer, degli abbonamenti per la connessione a Internet.
Il progetto di Enel riguarda solo città che rientrano nelle aree definite A e B nel piano dell’esecutivo per la banda ultralarga. Si tratta delle zone in cui “il mercato la fa da padrone e i singoli operatori possono intervenire” perché attratti dall’elevata remunerazione prevista per gli investimenti. Nelle zone meno densamente popolate e più difficili da raggiungere, le cosiddette ‘aree a fallimento di mercato’, sarà lo Stato a dover intervenire con risorse e garanzie, sfruttando anche il piano Juncker per gli investimenti strategici.
Per coprire con la fibra ottica anche le aree C e D, “le prime gare partiranno il 29 aprile”, ha annunciato Renzi, in concomitanza con “una grande iniziativa per festeggiare i trent’anni di Internet in Italia”. A margine dell’incontro, il sottosegretario allo Sviluppo economico, Antonello Giacomelli, ha riferito a Eunews che per portare la banda ultralarga il governo mette sul piatto “4 miliardi di euro. Anche se, per effetto degli accordi con le regioni e del progetto Enel – ha aggiunto – stimiamo che alla fine saranno sufficienti 3 miliardi”.
Anche per le aree A e B “sono allo studio degli incentivi” da parte dello Stato, ha proseguito Giacomelli. Tra questi ci sono dei vaucher per le famiglie che sottoscriveranno abbonamenti in banda ultralarga. Questa e altre forme di incentivo sono al vaglio dell’esecutivo ma, ha rimarcato il sottosegretario, “non verranno messi in campo se prima non avremo raggiunto un accordo con l’Ue”. L’esecutivo sta infatti trattando con la Commissione europea per evitare che tali agevolazioni, soprattutto nelle aree A e B, finiscano per essere condannati come aiuti di stato proibiti dalla normativa sulla concorrenza.