Bruxelles – È un’accoglienza mista quella che il Parlamento europeo riserva alle prime proposte avanzate dalla Commissione europea per rivedere il regolamento di Dublino. Se il gruppo dei Socialisti e democratici annuncia che si batterà perché passi l’opzione più ambiziosa, quella che prevede la creazione di un sistema di asilo completamente nuovo, basato su una chiave di redistribuzione permanente dei migranti, c’è anche chi rimane molto più freddo.
Tra le due opzioni “si scelga la più ambiziosa: la domanda d’asilo sia presentata non più allo Stato di primo approdo, all’Italia o alla Grecia, ma direttamente all’Unione Europea e l’asilo sia gestito solidalmente da tutti i 28 Stati Membri”, chiede l’eurodeputata italiana del Pd, Cécile Kyenge. “Gli Stati Membri che stanno facendo deragliare l’Unione Europea – chiede – si arrendano al fatto che il principio di solidarietà su cui regge l’Unione non può essere applicato a piacimento, a seconda delle convenienze, ma deve prendere corpo anche nel campo principale di sfida per il futuro dell’Europa: l’immigrazione e la crisi dei rifugiati”. Dello stesso parere anche la capodelegazione del Pd, Patrizia Toia, secondo cui l’opzione più prudente presentata dalla Commissione “è semplicemente l’attuale status quo con l’aggiunta di un meccanismo di distribuzione che ha già dimostrato di non funzionare”.
Più prudente il capogruppo dei popolari, Manfred Weber. “Una maggiore solidarietà e una più equa ripartizione sono due caratteristiche importanti per la distribuzione dei richiedenti asilo”, commenta il leader del Ppe, secondo cui “è auspicabile un ulteriore sviluppo del Regolamento di Dublino, che preveda un meccanismo di solidarietà specifico”, così come previsto dall’opzione più prudente avanzata dall’esecutivo comunitario.
“La comunicazione della Commissione sulla riforma del sistema di Dublino sembra il gioco delle tre carte”, protestano invece gli eurodeputati del Movimento 5 Stelle, secondo cui “presentare più scenari, che di fatto vanno dal mantenimento dell’attuale sistema fino ad una modifica – in verità minima – dello status quo, ha l’unico effetto di creare confusione per non cambiare nulla”. Per i grillini “la discussione sulla riforma di Dublino rappresenta sì un passo avanti” ma “la strada che sta percorrendo la Commissione è poco chiara”. Ora “è tempo per gli Stati membri di lasciare da parte il proprio egoismo”, chiede l’eurodeputata Laura Ferrara, augurandosi che “venga subito cancellato il principio in base al quale il primo Paese di ingresso resta quello responsabile della domanda d’asilo”.