Bruxelles – Gli attentati di Bruxelles sono stati “indiscutibilmente una sconfitta”, ma il Belgio “non è uno Stato fallito”. Ha organizzato una conferenza stampa con i giornalisti internazionali il premier Charles Michel per provare a difendere l’operato suo e del suo governo, e in generale la reputazione di tutto il Paese.
“Ci sono state più di cento condanne lo scorso anno in materia di terrorismo”, e Salah Abdeslam “è stato arrestato dopo qualche mese”, mentre “per arrestare Bin Laden ci sono voluti 10 anni”, ha rivendicato Michel secondo cui “questo in uno Stato fallito non sarebbe accaduto”. In Belgio “come in altri Paesi ci sono successi e sconfitte”, ha continuato il premier secondo cui ormai “c’è un prima e un dopo 22 marzo”, e per il dopo “sappiamo che ci possono essere altre minacce ma abbiamo preso diverse iniziative per rafforzare la lotta al terrorismo”. Per questo “è molto importante in Belgio dare più capacità ai servizi”, ma quello che serve soprattutto è un miglior coordinamento tra quelli esistenti in Europa “e la creazione di una sorta di Fbi europea”.
Michel nella sua difesa a tutto tondo del Belgio ha ammesso che qualcosa però non ha funzionato e ora, ha spiegato, “come in ogni Paese normale al Parlamento è stato dato il mandato di garantire trasparenza”, sulle eventuali responsabilità e “fare raccomandazioni per correggere i punti da correggere”. Ma, ha ribadito ancora, “non accetto l’idea di un Paese drammaticamente fallito, perché anche altri Paesi hanno subito” attacchi terroristici e “tirato le necessarie conseguenze”. Al termine dell’inchiesta del Parlamento, si è detto sicuro Michel, “dimostreremo che il Belgio ha diversi punti di forza su cui puntare e che saremo capaci di correggere quelli deboli”.