Bruxelles – Riportare i migranti dalla Grecia alla Turchia è perfettamente regolare perché a queste persone sono garantiti i loro diritti, primo fra tutti quello di presentare domanda di asilo. Su questo presupposto si è basata tutta la retorica della Commissione europea a favore dell’accordo con la Turchia che ha preso l’avvio ieri con il ritorno verso la Turchia di 202 migranti di diverse nazionalità (inclusi due siriani) che, secondo quanto assicura Bruxelles, hanno spontaneamente deciso di non presentare domanda di asilo in Europa. Peccato che oggi questa versione sia smentita dal direttore dell’ufficio europeo dell’Alto commissariato delle nazioni Unite per i rifugiati, Vincent Cochetel, secondo cui la polizia avrebbe “dimenticato” di trattare le domande di asilo di 13 dei 202 migranti rispediti in Turchia.
Secondo quanto raccontato al Guardian dall’esponente delle Nazioni Unite, a 13 migranti afghani e congolesi che avevano raggiunto l’isola di Chios dopo il 20 marzo (data d’entrata in vigore ufficiale dell’accordo) e che sono stati riportati ieri in Turchia, non è stato consentito di registrare formalmente la propria domanda d’asilo a causa del caos amministrativo che regna sull’isola. “Per quattro giorni dopo il 20, la polizia greca non ha registrato nessuna intenzione di richiesta di asilo perché non era preparati o equipaggiati per questo, poi abbiamo iniziato a fornire formulari alle persone che avevano dichiarato la loro intenzione di richiedere l’asilo”, ha spiegato Vincent Cochetel. “La polizia ha ricevuto la maggior parte delle persone con questi formulari e ha dimenticato qualcuno apparentemente”, continua il direttore dell’ufficio europeo dell’Unhcr, che aggiunte: “È più un errore che altro, speriamo”.
Se confermata, questa versione metterebbe in crisi le rassicurazioni europee secondo cui l’accordo per riportare in Turchia i migranti sbarcati in Grecia è in linea con le leggi internazionali. Per il momento la Commissione europea rifiuta di commentare le accuse e si limita a ricordare le parole della portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati che ieri ha garantito: “L’Unhcr ha avuto pieno accesso e ha tenuto sessioni di informazione con le persone rinviate e ha spiegato diritti e procedure per la richiesta di asilo”.
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”Se si ha pieno accesso a un gruppo di persone e questo pieno accesso consente di informare le persone dei loro diritti, questo argomento non può essere rovesciato”, si limita a commentare il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, secondo cui “qualcosa oggi non è chiaro” nelle nuove dichiarazioni giunte dalle Nazioni Unite.